Apu, ascolta Raspino: l’eroe dell’ultimo derby con Trieste

Oggi gioca a Sassari, ma ricorda l’impresa del 2018: «Vittoria dopo due supplementari, e chi se la dimentica?»

Giuseppe Pisano
Tommaso Raspino strappa una preziosa palla nel derby: l’ala 5 anni fa giocò una gran partita © Foto Petrussi
Tommaso Raspino strappa una preziosa palla nel derby: l’ala 5 anni fa giocò una gran partita © Foto Petrussi

UDINE. Dopo cinque anni e mezzo è ancora derby. L’ultima volta che Trieste e Udine si affrontarono in campionato era il 15 aprile 2018 e l’Apu Gsa espugnò il palaRubini dopo due overtime.

Uno degli eroi di quella partita è Tommaso Raspino, che acciuffò il supplementare realizzando un rocambolesco canestro sulla sirena del 40’ su assist del debuttante Troy Caupain.

Oggi Raspino gioca a Sassari in serie A, ma al derby Fvg ci tiene ancora parecchio, essendo un doppio ex. Lo abbiamo raggiunto per mettere in moto insieme a lui la macchina del tempo.

Raspino, se lo ricorda il derby del 2018?

«Assolutamente sì. È impossibile dimenticarlo, ancora oggi la considero una delle partite più belle che ho giocato, la porto nel cuore. Giocammo al PalaTrieste davanti a 7 mila persone e rimontammo per poi vincere dopo due supplementari. A prescindere dalla categoria, era davvero un bel basket, con giocatori di alto livello. Basti pensare a Javonte Green che poi è andato in Nba. Fu una vittoria speciale, ricordo la curva udinese piena zeppa, dietro il canestro dove attaccammo nel primo tempo. C’erano anche mia mamma e mia nonna».

Lei segnò un canestro pesantissimo allo scadere dei 40’ di gioco.

«Ricordo bene anche quello. Lo schema era per far tirare Benevelli, come infatti accadde, ma il tiro prese il ferro. Sul rimbalzo Caupain tenne in campo il pallone, me lo passò e poi non mi resi nemmeno conto di aver segnato. Vidi solo i compagni festeggiare. In quel momento capii che avremmo vinto, l’inerzia era tutta dalla nostra parte».

Che ricordi conserva del periodo udinese?

«In Friuli sono stato benissimo, la squadra era affiatata dentro e fuori dal campo, bene allenata da Lino: non solo tecnicamente, ma anche per come ci responsabilizzava umanamente. Peccato che poi ai play-off siamo arrivati un po’ corti. Inoltre trapelò la notizia che Lino non sarebbe stato confermato, si ruppe qualcosa. Ho anche il dispiacere di aver sbagliato il tiro della possibile vittoria in gara quattro con Casale. In generale fu una stagione soddisfacente e mi permise di scoprire il Friuli, un territorio davvero splendido».

Quell’anno c’era anche Ousmane Diop, friulano d’adozione che adesso è suo compagno a Sassari.

«Sì e sono contento di giocare ancora con lui. È il centro di formazione italiana più forte in circolazione. Purtroppo adesso ha qualche problema a un ginocchio: a mio avviso “Ous” dovrebbe essere un patrimonio da preservare».

Ci sono altri compagni dell’Apu con cui è rimasto in contatto?

«Quello che sento più spesso è Mauro Pinton. Con Andrea Benevelli ho una grande amicizia, avendoci giocato assieme anche all’Urania Milano. Anche con Ciccio Pellegrino ho un bel rapporto. Una cosa posso dirla con certezza: chiunque incontri di quell’Apu, sento che c’è un rapporto molto bello, di quelli veri».

Cosa pensa dell’Apu attuale?

«Hanno allestito una bellissima squadra dopo un anno difficile. C’è stata una sorta di rifondazione che può far bene. Ci sta che dopo aver sfiorato la promozione a un certo punto si cambi, è nella natura delle cose».

Seguirà il derby di domenica sera?

«Sicuramente. Ho giocato anche a Trieste e ho simpatia per entrambe le squadre, oltre ad amare ambedue le città. Aldilà del campanilismo, spero sia una bella festa di pallacanestro e che la gente sugli spalti si diverta. Che la rivalità rimanga nell’ambito sportivo».

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