Aperitivo a Muris con i pilastri del Friuli: emigranti e alpini

RAGOGNA. Per professionisti e amatori è una salita di riferimento. Una di quelle che in una vita passata in sella alle due ruote, che sia per passione o per mestiere, almeno una volta la devi fare. Caposaldo della Coppa di San Daniele, corsa internazionale riservata agli under 23, il Monte di Ragogna quest’anno torna a essere protagonista al Giro d’Italia. La corsa rosa ci passerà domani, attaccando l’erta – da cronoprogramma – un’ora dopo la partenza da San Vito al Tagliamento.
Corta ma secca quanto impegnativa, la salita, che è anche il primo Gpm (gran premio della montagna (di giornata, promette di fare selezione. Si consuma in appena 2,8 chilometri, metro più metro meno, ma con un dislivello di 282 metri, una pendenza media dell’11 per cento con punte che nel primo tratto superano il 13 per cento. Insomma, la più alta collina d’Italia (da qui il nome “monte”) non sarà una passeggiata, specie per i velocisti, e si annuncia come un ottimo punto dal quale attendere il passaggio dei ciclisti, alle prese qui con le prime difficoltà di una giornata che dal punto di vista sportivo e non solo inizierà ben prima.
Alle otto, da San Vito al Tagliamento, partiranno infatti cinque squadre di due componenti l’una che faranno – in anticipo di 4 ore sulla corsa “ufficiale? – il percorso di gara in sella (per la prima volta) alle e-bike. Chi saranno i 10 protagonisti dell’anteprima “elettrica” è ancora top secret. Si parla di qualche alto componente del Cio, ma l’indiscrezione resta tale. Per avere certezze bisognerà attendere domani mattina.
Che c’entrano Muris e il Monte di Ragogna? C’entrano. Sì, perché arrivati in paese, i 10 “ciclisti” scenderanno dalle e-bike e accompagnati da sei alpini e dal sindaco Alma Concil deporranno una corona davanti al monumento dedicato alle penne nere e ai militari morti nel naufragio del Galilea, il piroscafo affondato nel 1942, durante il secondo conflitto mondiale, mentre riportava a casa le nostre truppe dal fronte greco-albanese. A bordo c’erano 1.300 persone: l’intera Divisione “Julia” con il contingente dell’8º Battaglione “Gemona” oltre a un esiguo numero di carabinieri e militari di altri corpi, nonché parecchi prigionieri. Morirono in 1.050 militari, in gran parte alpini, di cui 651 del “Gemona”.
Ragogna mette insieme, come forse nessun altro paese toccato dalla tappa di domani, paesaggi mozzafiato, pagine maiuscole di storia contemporanea e indelebili memorie sportive. Da queste partiamo. Dal campionato italiano corso e vinto qui, sul Monte di Ragogna, da Gianni Bugno nel 1991, poi anche iridato.
Il passaggio del Giro si propone quindi come un tributo al grande ciclismo, ma anche alla storia degli alpini e a quella degli emigranti, celebrati poco sotto, a Muris, dal monumento donato alla comunità da due che emigranti lo sono stati. Partiti negli anni 50 proprio dalla piccola frazione di Ragogna e poi approdati in Canada dove hanno costruito la loro fortuna, Mario Collavino e il fratello Arrigo (recentemente scomparso) hanno portato alta nel mondo la bandiera del Friuli, arrivando ad issarla sulla cima della Freedom tower a New York che è anche opera loro.
Questo passaggio da Muris, Enzo Cainero glielo aveva promesso da tempo. A loro come agli amministratori locali e ai “suoi” alpini. Come sempre, il patron è stato di parola. La corsa domani passerà di qui, per poi proseguire veloce verso il Kaiser. Non prima d’aver gettato un’occhiata intorno. Le telecamere dall’elicottero inquadreranno ancora una volta 22 chilometri quadrati che sono – per dirla con Nievo – un piccolo compendio dell’universo. Capaci di tenere insieme il maestoso fiume Tagliamento, l’erta di Muris e il suo lago, le alture moreniche. Cento paesaggi in pochi chilometri che 100 anni fa furono teatro di una battaglia decisiva per l’esercito italiano in rotta da Caporetto consentendogli di schierarsi sulla linea del Piave ed evitare la disfatta. Il passaggio da Ragogna offrirà un mix di suggestioni uniche che andranno ad aggiungersi a quelle squisitamente sportive. A 37,9 chilometri dalla partenza la corsa entrerà a Ragogna, circa un’ora dopo la partenza, dopo 2,1 chilometri sarà a Muris, pronta ad attaccare la salita, lunga 2,8 chilometri. I corridori vi si cimenteranno tra le 12.56 e le 13.13. Dipenderà dall’andatura del gruppo, che qui dovrebbe arrivare compatto e chissà, magari sfrangiarsi proprio in vista del monumento dell’emigrante, per inseguire il premio messo in palio dai Collavino, centrare a 494 chilometri sul livello del mare il primo gran premio della montagna (di terza categoria) e omaggiare la storia.
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