Anche l’Apu Udine è lassù: battuta Piacenza 96-74
L’Old Wild West passa a valanga in Emilia ed è in testa alla classifica
Troppo debole l’avversaria, match deciso dopo 10 minuti

Cividale chiama, Udine risponde vincendo largamente a Piacenza. E così, almeno per una notte, anche i bianconeri di Pedone si issano in testa alla classifica.
Domenica 27 ottobre le carte si spariglieranno con le altre partite del turno, ma intanto, a tre anni di distanza dalla stagione partita bene, continuata meglio e finita male della promozione svanita di Bonicciolliana memoria, l’Old Wild West riprende la testa della Serie A2.
Sarà vera gloria? Meglio volare basso e mettere subito in chiaro le cose: era troppo debole sabato 26 il fanalino di coda Piacenza per dare indicazioni utili. L’Apu ha fatto il suo dovere con intensità e talento sin dal primo minuto dominando il match e trasformando gran parte della partita in un allenamento.
Coach Vertemati parte lanciando Pini e Da Ros sotto canestro, Johnson in panchina. Clima siberiano: poca gente a palazzo, l’Assigeco con due americani non male come Bradford e Grimes e poco altro, ha chiamato in panchina coach Humberto Manzo per provare a fare punti (auguri).
Gli ospiti, nonostante un paio di palle perse di troppo, fanno subito capire che sono più forti con due-tre attacchi ben fatti e Stefanelli, che riprende da dove aveva finito domenica al Carnera segnando da tre. Con lui e Hickey, che fa quel che vuole, 15-6 per l’Apu a metà primo quarto e cose subito in chiaro. La ventina di tifosi bianconeri comincia a intuire che il viaggio sarà dolcissimo.
Vertemati comincia a ruotare i suoi uomini, dalla panchina escono anche Ambrosin e Caroti, che piazza pure un missile da 8 metri, altrettanto non può fare il suo collega. A fine primo quarto gli ospiti conducono agevolmente con grandi percentuali da tre punti (5 su 8 ) e pure una difesa competente: 28-11, tutto troppo facile. Metà partita? Peggio: 54-22, se non è record poco ci manca, con l’Apu che tira 11 su 20 da tre. Degli ultimi due quarti val la pena ricordare i punti di D’Almeida, guarda caso un lungo che salta, e il finale: 96-74.
Inutile utilizzare giri di parole: non c’è stata partita in un contesto tristissimo. In quella che si dice essere la Serie A2 più forte degli ultimi anni, la presenza degli emiliani stona. Al massimo duecento tifosi, un paio di tamburi, tribune vuote e per la ventina di supporters bianconeri è come rubare in chiesa, si sentono solo loro.
Quanto vale questa vittoria? Primato a parte, lo capiremo a metà novembre, quindi solo tra una ventina di giorni.
Perché adesso la banda di Vertemati è attesa da quattro match probanti, roba vera. Prima tappa, Avellino, neopromossa con l’ex Mussini on fire e dove non è mai facile vincere. Quindi infrasettimanale con Pesaro in casa, trasferta a Brindisi e altro mercoledì al Carnera con Forlì. In sostanza, tre match con altrettanti grandi del campionato o presunte tali. Uscire indenni da questo mini ciclo di ferro vorrebbe dire due cose: dare continuità tecnica, dimostrando che la struttura della squadra è competitiva e in particolare il reparto lunghi può reggere l’impatto delle grandi e, cosa non banale, vincere uno scontro diretto fuori casa. Rifletteteci: una vittoria su un campo davvero difficile manca a memoria all’Apu da tre campionati, da quando cioè, era il febbraio del 2022, la banda di Boniciolli, nella stagione della promozione mancata, espugnò il difficile parquet di Pistoia. Se son Apu fioriranno.
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