Alessandro Moras a 36 anni dice stop al calcio giocato: diventa allenatore

PORDENONE. L’arte dei più grandi è lasciare sul più bello. O perlomeno dopo una grande stagione. Va da sé che, essendo una persona intelligente, ha scelto il momento migliore per dire basta. Dopo un...
PORDENONE. L’arte dei più grandi è lasciare sul più bello. O perlomeno dopo una grande stagione. Va da sé che, essendo una persona intelligente, ha scelto il momento migliore per dire basta. Dopo un campionato super, in cui ha segnato 9 gol da centrocampista in Eccellenza, si è ritirato Alessandro Moras. A 36 anni il regista, nativo di Porcia, si è sfilato la maglia (del Fontanafredda) e ha deciso di fare l’allenatore. Nel 2017-2018 sarà il tecnico degli allievi nazionali del Donatello di Udine.


Scontato dire che ha le qualità per lasciare il segno, sia nel calcio sia nei ragazzi che guiderà. Perché Moras, come giocatore, ha sempre avuto un’idea più degli altri. La sua carriera parla da sola: l’inizio nelle file della Sacilese, da attaccante e da trequartista, dove era il “cocco” del presidente, il compianto Angiolino Cauz. Una parentesi, quella in biancorosso, durata un decennio, tra Eccellenza e serie D, terminata per passare all’Itala San Marco. Proprio a Gradisca d’Isonzo, dove ha poi deciso di vivere e di mettere su famiglia, ha trascorso cinque stagioni al top, forse le sue migliori, con la vittoria del campionato Interregionale nel 2008 e l’esordio nei professionisti, in C2, categoria che ha mantenuto per due anni. Da lì l’annata al Darfo Boario (D), quindi la sfortunata parentesi a Pordenone, durata pochi mesi, e il successivo rientro al Darfo. Poi, la decisione di tornare vicino a casa, a Fontanafredda, in Eccellenza: due stagioni e la vittoria del campionato nel 2014. Quindi Cjarlins/Muzane, Chions (2014-2016) e infine nuovamente i rossoneri.


Moras è stato un giocatore fondamentale anche in spogliatoio: è stato capitano in tante squadre in cui ha giocato, dall’Itala San Marco al Darfo Boario, chiudendo col Fontanafredda. Ha sempre avuto la parola giusta per consigliare e guidare gli altri, si è guadagnato la stima dei suoi tecnici dando l’esempio e lavorando duramente. Questo il giudizio su lui di Claudio Ottoni, il suo ultimo trainer: «Un giocatore come lui fa la fortuna di ogni allenatore». Ora è pronto per fare le fortune dei suoi ragazzi.
(a.ber.)


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