«Adesso l’Udinese non ha gente come Bierhoff, Amoroso, Muzzi o Di Natale»

L’intervista
Massimo Meroi / UDINE
Il momento dell’Udinese visto da Adailton Martins Bolzan, ex calciatore brasiliano che in Italia ha segnato oltre ottanta reti tra Verona, Genoa e Bologna.
Adailton, partiamo dai numeri. Dieci gol fatti in undici partite e terz’ultimo attacco del campionato.
«In effetti in queste ultime giornate la squadra ha trovato equilibrio e compattezza ma, a parte la gara con il Genoa, non è riuscita a concretizzare la mole di gioco prodotta».
Con i giovani, errori come quello di Opoku con il Milan bisogna metterli in preventivo, il problema è che rispetto a una volta manca chi ti risolve i problemi in avanti. Concorda?
«La storia dell’Udinese dice che in Friuli sono passati grandissimi attaccanti, da Bierhoff ad Amoroso, da Muzzi a Iaquinta, da Quagliarella a Di Natale, tutta gente che segnava con una regolarità impressionante. Gli errori come quello di Opoku fanno parte di un percorso di crescita del singolo. Con il Milan il limite è stato non sfruttare la superiorità del primo tempo. Le grandi non ti perdonano certi errori».
Lasagna, con Pussetto al fianco, non ha sofferto di solitudine. La soluzione ha comportato l’arretramento di De Paul a mezzala. L’argentino la convince in quel ruolo?
«Deve calarsi nella nuova posizione. Lui ha grandi qualità ma l’uno contro uno deve farlo quando si trova negli ultimi trenta metri, prima deve essere più rapido nella giocata. Con elementi abili nel cercare la profondità come Pussetto e Lasagna lui deve essere veloce nell’imbucata».
Lasagna, Teodorczyk e Vizeu. Considerando che due attaccanti arrivano dall’estero il numero non è ristretto? Poteva andare bene se uno dei due nuovi arrivati fosse già collaudato per il campionato italiano...
«Il polacco nelle ultime due stagioni aveva segnato parecchio in Belgio: non può essere un caso, significa che è uno che vede la porta. L’adattamento al calcio italiano, però, prevede tempi sempre abbastanza lunghi, i ritmi e l’intensità sono diversi. Purtroppo ci si è messo di mezzo un infortunio».
Pozzo in estate ha speso 20 milioni per Mandragora. Non era meglio fare un investimento così importante per una punta?
«Sono scelte societarie. Magari si è deciso di puntare tutto su Lasagna per farlo esplodere senza mettergli a fianco uno che potesse entrare in concorrenza con lui».
Lei domenica sera era al Friuli. Che giudizio dà sulla partita dell’Udinese?
«Si è vista una squadra messa bene in campo che sviluppava gioco nella metà campo avversaria e che ha concesso una sola ripartenza al Milan».
Paradossalmente l’uscita di Higuain ha agevolato il Milan da un punto di vista tattico. Concorda?
«Sì, perché finchè Gattuso ha giocato con due punte fisse Mandragora ha avuto più libertà di azione».
Lei ha notato un forte calo dell’Udinese dal punto di vista fisico nella ripresa?
«Una flessione c’è stata ma è stata dovuta più al fatto che il Milan con Suso e Castillejo piazzati tra le linee di difesa e centrocampo dell’Udinese impedivano ai friulani di far girare palla in modo da respirare un po’. Poi è anche vero che in quel primo tempo giocato a mille all’ora i bianconeri avevano speso molto».
Il gol subito al 97’ è stato un’autentica mazzata dal punto di vista psicologico per la squadra.
«Credo che in questa settimana il lavoro del tecnico, dello staff e della dirigenza sarà quello di stare vicino ai calciatori. Un conto è perdere 1-0 prendendo gol nel primo tempo, un conto all’ultimo minuto di recupero. Una sconfitta così ti insinua dei dubbi in testa, Velazquez dovrà dire che si deve ripartire dalla prestazione. Se l’Udinese gioca come col Milan si salverà tranquillamente».
Domenica c’è Empoli-Udinese...
«Chi metterà in campo più coraggio avrà maggiori possibilità di vincere. L’Empoli ha cambiato tecnico: conosco Iachini, rispetto ad Andreazzoli opta per un calcio più in verticale, semplice, concreto». —
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