Champions anti-Brexit, finale tutta inglese
Verdetti anti-Brexit nel calcio europeo. La lingua materna, per certi versi, quella di chi può dire di aver effettivamente inventato questo sport. La Premier League da anni ci ha dimostrato di essere una spalla sopra tutti, sotto ogni punto di vista: dal campo con il calcio giocato, alle scrivanie con tutto ciò che concerne il lato puramente manageriale di questo sport. E così, per la seconda volta nella storia della competizione, due inglesi si scontreranno in finale di Champions, a distanza di 11 anni dall’ultimo ed unico precedente. Era l’edizione 2007-2008, quando lo United di Tevez, Rooney, Cristiano Ronaldo e soprattutto Sir Alex Ferguson, alzava al cielo la terza coppa dalle grandi orecchie, vincendo ai calci di rigore contro il Chelsea di Drogba.
Oggi, dopo le incredibili rimonte in semifinale, rispettivamente contro Barcellona e Ajax, Liverpool e Tottenham si contenderanno il trono d’Europa. Da un lato il corazón di Pochettino e i suoi ragazzi, dall’altro il pragmatismo misto a potenza pura dei Reds guidati da Jurgen Klopp. «Una notte incredibile» per il tecnico tedesco che ha strapazzato i blaugrana nonostante le pesanti assenze di Salah e Firmino. Un ribaltone frutto anche della programmazione del club inglese che qualche stagione dà fiducia ad un ragazzino classe ’98 di nome Trent Alexander-Arnold: l’autore dello schema a sorpresa da calcio d’angolo, dal quale è nato il gol del 4-0 di Origi. Una mattonella che vale una finale. Per Klopp: «Un’impresa centrata, impossibile da pronosticare».Emozioni forti, di quelle che lasciano il segno. E lo stesso può dire Pochettino, il quale ha ammesso di sentirsi nel momento più difficile da descrivere di tutta la sua carriera. L’allenatore degli Spurs che sulla finale tutta inglese si è così espresso: «C’è tutto il tempo per prepararla al meglio. Un grandissimo traguardo per tutti noi».
Il teatro dello scontro sarà il Wanda Metropolitano di Madrid. E qui entra in gioco anche un destino beffardo che a suo tempo designò la terra spagnola come luogo della finale. Con le spagnole, scese dal palco sul quale hanno in lungo e in largo dominato nella storia della competizione, intente a guardare il duello dagli spalti. Con loro, ci sarà la geyser sound degli Spurs pronta a dare la giusta carica a Dele Alli, Lucas Moura e compagnia cantante. E dalla parte opposta dello stadio la Kop itinerante: con la quale il Liverpool «non cammina mai solo».
Insomma, le inglesi giocano, si divertono e sicuramente porteranno la Union Jack sul tetto d’Europa. Un po’ come accadeva a noi a cavallo tra gli anni ’90 e 2000. —
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