Madama cambia marcia nei secondi tempi

UDINE. Fortuna che le statistiche non scenderanno in campo sabato sera a Torino dove, cifre alla mano, l’Udinese affronterà non solo la prima in classifica, ma anche la capolista di quasi tutte le graduatorie che scandagliano le componenti del gioco. D’altronde, se ci sono 15 punti di differenza tra le due squadre c’è più di un motivo; il primo è nelle partite vinte (14 a 7) e banalità vuole che la differenza sia creata dai gol segnati e incassati.
Ecco, la Juve ha segnato 41 reti, seconda solo alla Roma (43), subiendone solo 14, e come lei non ce n’è nessuna con la difesa meno battuta. L’Udinese per contro ne ha segnati 32 subendone 27, cifre lontane dall’eccellenza. Ma attenzione però, perché Di Natale e compagni hanno segnato 16 reti nel primo tempo come la Juve riuscendo a farne ben 7 nell’ultimo quarto d’ora prima dell’intervallo, più di tutti.
Nella ripresa invece la Juve allunga e macina con 25 gol fatti di cui 9 nei primi 15’. Non è un caso quindi che la squadra di Conte primeggi per intraprendenza sia nella graduatoria dei tiri complessivi di media a partita (17.7) e sia in quella dei tiri nello specchio della porta (8.2), laddove l’Udinese arranca al 17° posto (10.3) e in 13ª posizione (4.4). In pratica la Juve “vede” la porta il doppio di quanto fanno i ragazzi di Guidolin.
Va da sé che la pericolosità della Juve (71.9%) sia inarrivabile per le altre concorrenti in A, con l’Udinese 11ª (46.2%). Più tiri e più gol dunque, ma anche più possesso palla, altra statistica che incute rispetto visto il 57.9% di Pirlo e compagni, che in casa, in particolare, resentano il 60% (57.7%). L’Udinese, che quanto a possesso toccò il picco negativo proprio con la Juve all’andata (31%) non arriva al 50%.
Stefano Martorano
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