Udinese, numeri in chiaroscuro: tanta costruzione ma poca concretezza in zona gol

Le statistiche Sics dopo sei giornate: la squadra è 12ª per pericolosità offensiva e 14ª per indice di rischio. Bene nel possesso e nei passaggi chiave, ma manca cattiveria e precisione sotto porta

Poco concreta in attacco e troppo allegra in difesa, ma soprattutto poco “cattiva” agonisticamente. Sono solo alcuni tratti che riflettono l’immagine dell'Udinese messa allo specchio nelle prime sei giornate dalle statistiche della Sics, azienda leader nel settore Sport Tech italiano che dal 1995 fornisce match analysis sempre più sofisticate a club nazionali e internazionali.

Una marea di dati quindi, quelli fruiti abitualmente dai professionisti del settore, dicono che la Zebretta fatica a segnare e concede più del dovuto, come indicano due capisaldi statistici come l’indice di pericolosità offensiva (IP), dato dalla somma di tutte le azioni su palla attiva e inattiva, e l'indice di rischio (IR) che adotta gli stessi parametri in fase difensiva.

Nello specifico, l’Udinese è 12ª nella classifica dell’IP con un valore pari a 41,7, dato dalla somma del 32,1 delle manovre offensive condotte su azione e del 9,6 di quelle su palle inattiva. Visto che la media dell’IP in Serie A finora registrata è di 36,8, si desume che per fare gol l’Udinese deve essere in media più pericolosa delle avversarie. Il dato è riflesso, e coincidente in questo caso, anche nelle azioni da gol (41,7), dove la posizione è 13ª, pari alla classifica in cui si trova effettivamente l’Udinese alla voce reti fatte (6).

Anche le occasioni da gol testimoniano le difficoltà, visto che finora l’Udinese ne ha prodotte 9, di cui 5 create solo col Cagliari, passando in una sola giornata dalla penultima alla 10ª posizione. Per curiosità, la Cremonese che sarà prossima avversaria è ultima con Pisa e Torino a quota 6 occasione e con un IP del 22,7, ma è riuscita a massimizzare il 66% delle occasioni avute.

Ma se l’Udinese raccoglie poco è anche demerito della sua qualità al tiro, un altro parametro indicativo che la porta addirittura in penultima posizione con alle spalle la sola Fiorentina. È il parametro che fa la differenza tra le aspettative di un tiro in porta rispetto alla sua effettiva conclusione. Una graduatoria che Nicolò Zaniolo e Vakoun Bayo hanno contribuito ad affossare con gli errori, clamorosi, a porta vuota col Cagliari.

L’Udinese quindi segna poco, eppure la palla sa portarla agevolmente sulla trequarti avversaria, e anche nell’ultimo terzo di campo, alla voce possesso offensivo in cui è settima. È il settore dove eccelle nei passaggi chiavi (137), in 4ª posizione, dove per “chiave” s’intendono i passaggi che superano una linea avversaria. Manca quindi nella finalizzazione un’Udinese, addirittura penultima nelle transizioni offensive, i contropiede a favore, dove sono solo 24 quelli fatti.

Passando alla fase difensiva riassunta nell’indice di rischio (IR), anche in questo caso bisogna fare i conti con un saldo negativo visto che l’Udinese è 14ª in classifica generale con un valore di 45,8, superiore alla media della A che è di 43,9. Per segnare ai bianconeri, quindi, le avversarie possono essere anche meno pericolose rispetto alla media. E chissà che non c’entri quell’indice di aggressività che somma tutti i gli intercetti, le palle recuperate e rubate di tutti i suoi giocatori, in cui l’Udinese è 13ª, mentre è 17ª nei duelli (758) e 10ª nei passaggi concessi, là dove eccellono Roma, Como e Bologna. Ma è il dato delle transizioni difensive, dei contropiedi subiti (40) che deve far riflettere e scoprire perché l’Udinese è così permeabile a fronte di una struttura, leggi taglia atletica, che la caratterizza.

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