Udinese in alto mare a un mese dal campionato
Contro lo Shabab Al-Ahli arriva un pesante 3 a 1. Difesa distratta, squadra slegata e poche idee: Runjaic ha ancora molto lavoro davanti

Al momento non c’è neanche l’ombra dell’Udinese che tutti i suoi tifosi vorrebbero almeno intravedere a un mese esatto dalla vigilia dell’esordio in campionato col Verona, ospite ai Rizzi il 25 agosto. Lo dice la prestazione dell’amichevole di ieri a Bamberg, ventilata località tra i monti del salisburghese dove i bianconeri si sono presi una sciroccata in piena regola, perdendo con una svagatezza preoccupante il primo test consumato “in altura”, dove l’aria è bella fresca. È finita 3-1 per i modesti arabi dello Shabab A-Ahli allenati da Paulo Sousa, che hanno fatto nulla e poco più per trovare un successo avviato dal primo gol segnato dopo 26 secondi dall’avvio. Dormita della difesa e tocco d’esterno con palombella di Mateusao a scavalcare Razvan Sava, schierato titolare al posto di un Maduka Okoye che non potrà vedere campo fino al 19 ottobre, a causa della squalifica arrivata martedì dal tribunale federale.
Sorpresi dal gol a freddo, i bianconeri hanno cercato la prima reazione al 7’ col sinistro insidioso di Keinan Davis, schierato titolare al centro del tridente offensivo completato a destra da Simone Pafundi e a sinistra da Brenner.
Tridente sì, ma non solo, visto che Kosta Runjaic ha confermato il 4-3-3 varato nella prima amichevole di Fagagna con l’Opatija. Peccato però che al di là delle intenzioni non abbiano fatto seguito le giocate di costrutto atte a interpretare un modulo di per sé propositivo.
D’accordo, il carico di lavoro nelle gambe potrà avere i suoi effetti controproducenti nei test, specie di questi tempi e quello in programma domani a Mittersell con la nazionale del Qatar darà nuove indicazioni a riguardo, ma dell'assenza di ritmo ha colpito soprattutto una certa improvvisazione dei bianconeri, slegati tra loro come un piatto senza condimento e sciapo, con gli ingredienti non fusi tra loro.
Male gli esterni, con Ehizibue e Zemura impalpabili e inoffensivi nel primo tempo, e male gli interni di centrocampo, quasi arrancanti nell'incedere pesante, come confermato anche dal passo con cui è andato al tiro alto e sbalestrato Payero al 15’.
Ancor più lenta, tuttavia, è parsa l'intera difesa in occasione del raddoppio siglato al 34’ da Suarez, libero di colpire nel cuore dell'area affollata da sagome statiche come quelle usate per fare le barriere in allenamento.
Nella ripresa Runjaic ne ha messi altri undici, ma ancora una disattenzione in avvio, con Padelli sorpreso da una traiettoria finita sul palo e poi raccolta troppo facilmente da Ezatolahi, ha portato al tris arabo. Punta nell’orgoglio, l’Udinese ha abbozzato con un destro largo di Bravo al 60’, accorciando le distanze 7’ dopo col colpo di testa di Bayo, su corner, sfiorando il 2-3 con Atta al 74’, ma alla fine ha messo in mostra più la voglia dei giovani Matteo Palma, Marco Ballarini e del 17enne Giulio Vinciati, piuttosto che una concreta reazione di squadra. Come detto dopo l’1-1 con l’Opatija, lungo sembra il cammino, e forse è meglio così, visto che adesso certe sconfitte non fanno danni, ma solo riflettere.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto