Verso Udinese-Lecce, Di Michele: «Sarà una partita molto tattica»

Il doppio ex analizza il match in programma sabato allo stadio Friuli. «Devono vincere entrambe, i giallorossi saranno guardinghi»

Stefano Martorano
Karlström in azione durante il match contro la Cremonese. Foto Petrussi
Karlström in azione durante il match contro la Cremonese. Foto Petrussi

«Sarà una partita molto tattica e non sarà il solito Lecce di Di Francesco», annuncia dalla Puglia l’ex attaccante bianconero David Di Michele, tornato nel Salento per allenare l’Ugento, in Eccellenza, dopo i 22 gol segnati in maglia giallorossa nel biennio 2010-’12.

Di Michele, perché prevede una partita tattica?

«Perché la devono vincere entrambe, anche se il Lecce ne avrebbe più bisogno. Solitamente in queste situazioni si cerca di correre meno rischi possibili invece di prenderne».

Su questo aspetto l’Udinese a Cremona ne ha presi fin troppi nel primo tempo...

«L’Udinese ha ballato tanto perché non riusciva a tenere palla in avanti dove è mancato un certo Davis. La forte pressione della Cremonese ha disorientato l’Udinese che a mio parere pensava di trovarsi una partita tra virgolette più semplice, e quando è così si può andare in balia delle onde. Poi però la squadra è uscita nella ripresa».

Zaniolo in gol ha mandato un bel segnale. Poi cosa va annotato?

«Un grande Atta dalla tecnica sopraffina che vedrei meglio più propenso verso la porta e meno basso a prendersi palla. Quanto a Zaniolo, non è ancora il vero Zaniolo che conosciamo, ma l’ho visto più sereno e tranquillo, anche se a volte fa ancora scelte di gioco istintive, anche se è normale aspettarsele da lui».

Di Michele, che Lecce è quello che ha in mano Di Francesco?

«È una squadra giovane che è cambiata tantissimo, indebolendosi purtroppo. Non si è trovato un sostituto di Krstovic e sull’andamento dei risultati pesa proprio la fatica a finalizzare. Camarda è giovane ed è una promessa, ma è al primo anno da protagonista e le aspettative sono altissime come le responsabilità».

I punti di forza invece?

«In difesa e in mediana hanno buoni giocatori come Ramadani, Helgason, Berisha e sugli esterni Morente, Banda e Sottil. Tuttavia, a mio giudizio non sono quei giocatori che possono garantire un supporto certo per tutto il campionato. So bene cosa vogliono a Lecce, dove hanno sempre avuto giocatori costanti. Lo stesso Stulic sta facendo fatica in avanti e pure Sottil che ha vissuto in spogliatoi importanti e ha grandissime qualità come forza e tiro».

Che Lecce si aspetta sotto l’arco dei Rizzi?

«Un Lecce attento e guardingo, come è stato a Parma. Sembra un paradosso per Di Francesco, amante del calcio offensivo, ma avere poche palle gol crea problematiche a livello mentale. A Venezia creava tantissimo, anche se non giocava con un vero 4-3-3, ma almeno aveva giocatori più di gamba che saltavano l’uomo, oggi invece ha giocatori più tecnici che prediligono il palleggio. Le difficoltà si presentano quando bisogna verticalizzare e quindi stanno cercando come attaccare la profondità». 

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