Udinese, una resa condizionata allo Stadium
I bianconeri rimontano con Zaniolo, ma i cambi di Runjaic favoriscono la Juventus nel finale

Una resa condizionata, quella dell’Udinese in casa di una Juventus in crisi di risultati e alle prese con l’ennesimo cambio di allenatore. Prima la solita falsa partenza, poi il turnover “scientifico” di Runjaic, che ha tolto dal campo Zaniolo, autore del pareggio, hanno inciso sul risultato, arrotondato nel finale dai padroni di casa con un secondo rigore quanto meno discutibile.
La falsa partenza
Si è riproposta con la stessa faccia mostrata in casa di Sassuolo e Cremonese, l’Udinese: in pratica è andata sotto dopo la prima azione concreta degli avversari, stavolta su una combinazione che libera in area Vlahovic. Goglichidze si appende alla maglia del centravanti juventino e l’arbitro Di Bello è risoluto nell’assegnare il rigore. Trasforma l’1-0 lo stesso Vlahovic, che dà fiato allo Stadium, improvvisamente convinto di aver ritrovato la Juve dei propri sogni. La verità è che la Zebretta regala gol alle avversarie di turno come poche altre in Serie A.
Chi ha deciso la prima formazione titolare del dopo Tudor – probabilmente non Brambilla, ma lo stesso Spalletti, che in Nazionale ha utilizzato Cambiaso spesso a destra – ha optato per un 3-4-1-2 piuttosto elastico, con Yildiz alle spalle di due punte, Openda e Vlahovic, Locatelli e McKennie mediani, con Kostic a sinistra che, alternandosi con Cambiaso dall’altra parte, si abbassava per costruire gioco a quattro.
E forse anche questo non è un caso, considerando chi c’era prima su quella panchina: Luciano Spalletti. Ai tifosi dell’Udinese queste considerazioni tattiche in chiave juventina interessano il giusto, ma servono a capire che mister Kosta non si è trovato di fronte all’ignoto dopo l’1-0.
Le scelte di Runjaic
Lì, tuttavia, ha faticato non poco a trovare il bandolo della matassa, nonostante un undici tutt’altro che sorprendente. «Forse sarò criticato per le mie scelte di formazione», aveva detto alla vigilia, parole che oggi sanno di pretattica.
C’era Solet, nonostante i problemini muscolari, tra i titolari. C’era Ehizibue e non Zanoli sulla destra, come ci si immaginava nel nome del turnover. C’era soprattutto Davis al centro dell’attacco, anche se l’inglese è apparso tutt’altro che fluido. Così, quando ha cominciato a toccarsi il polpaccio destro per poi essere sostituito dopo 38 minuti con Buksa, sono venuti a galla i dubbi del prepartita di Runjaic.
La svolta di Zaniolo
Con il polacco in attacco, però, l’Udinese ha svoltato. Non a caso l’asse con il connazionale Piotrowski ha agevolato l’azione del pareggio di Zaniolo poco prima dell’intervallo. Riportato lo scafo in linea di galleggiamento, nella ripresa i nervi dello Stadium sono tornati a fior di pelle. Openda è finito nel mirino dei “giudici popolari” e per un quarto d’ora l’Udinese non ha sofferto, almeno fino a quando Runjaic non ha deciso di attuare il cronometrico avvicendamento già visto contro il Lecce per preservare le forze in vista dell’impegno di sabato contro l’Atalanta.
Lì ha abbassato il tasso tecnico e agonistico della squadra inserendo Bayo per Zaniolo e un Lovric tutto da rodare, dopo mesi di panchina, per Piotrowski. Mosse che hanno ridato fiato alla Juventus, che ha ricominciato a macinare gioco al limite dell’area friulana. Nasce così l’azione del 2-1, un colpo di testa vincente di Gatti su traversone, sul quale Okoye è sembrato complice.
Il finale e i dubbi
A poco più di un quarto d’ora dal 90’, gli altri due cambi conservativi: Miller per Atta e Zanoli per Ehizibue. Il piano tattico è salvo, il risultato no: anzi, viene arrotondato dai padroni di casa su un altro rigore.
Il dubbio si insinua come dopo Cremona, quando l’Udinese strappò un pareggio senza alimentare il forcing finale, quasi per non sprecare forze per il Lecce. Una tattica che ha portato 4 punti: chissà quanti arriveranno dal doppio impegno con Juve e Atalanta.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto









