Udinese, harakiri al Friuli: due errori spianano la strada al Bologna
Solet e Okoye affondano i bianconeri in sei minuti: dopo un buon primo tempo, la squadra di Runjaic crolla e incassa la seconda sconfitta di fila. Difesa da incubo: 8 gol subiti nelle ultime quattro gare

Nel segno del due. Il due di picche ricevuto dal Bologna che vola in classifica. I due errori di Solet e Okoye che, nella ripresa, nel giro di 6 minuti, ha trasformato una partita in equilibrio in una salita impossibile per l’Udinese, travolta nel recupero dal gol del redivivo Bernardeschi. Due come le vittorie di fila in casa per Runjaic – contro Lecce e Atalanta –, inchiodato di nuovo da una difesa che nelle ultime quattro giornate ne ha presi 8, due di media: così si ritrova tra le mani la peggior retroguardia della Serie A, un dato non esattamente confortante non prospettiva, visto che le salvezze anticipate si costruiscono proprio dalle fondamenta, subendo meno reti possibile.
Quello al Friuli - Bluenergy Stadium è stato un autentico harakiri, maturato dopo un primo tempo durante il quale i bianconeri hanno sprecato più di qualche occasione propizia, mentre la squadra di Vincenzo Italiano ha cercato di capitalizzare un clamoroso errore di valutazione commesso nella sala Var di Lissone, dalla quale l’accoppiata Camplone-Serra ha richiamato l’arbitro Sacchi per segnalare un intervento con il braccio di Ehizibue su una conclusione senza pretese di Pobega.
La “revisione” è durata un bel po’: prima il fischietto della sezione di Macerata ha blocca l’esecuzione del corner, poi ha atteso il responso tenendo con la mano l’auricolare, quindi ha affrontato l’on field review per dare ragione al Var. Un grande classico: vedere un arbitro che smentisce la convinzione maturata dal collega alla moviola è ormai raro come il Gronchi Rosa. Succede così che sul dischetto si presenti Orsolini, che il penalty venga calciato troppo centrale e che Okoye respinga il sinistro dell’azzurro prima dell’intervallo, arrivato dopo 5 minuti di recupero.
Si torna in campo sullo 0-0, dunque, ma con un Bologna decisamente più aggressivo, seppur non debordante. In definitiva neppure dopo i secondi 45’ la superiorità rossoblù sarà pronunciata, al di là dello score, tanto che l’Udinese chiuderà tra i fischi del pubblico (23.756 spettatori di cui duemila dall’Emilia tra Settore ospiti e Curva Sud), nonostante 14 tiri totali contro i 9 degli avversari, sotto anche nella produzione dei passaggi, 253 contro 241, e dei corner, 7 a 2.
Il nodo è rappresentato dagli errori individuali che hanno agevolato il blitz e scardinato una partita che, altrimenti, sembrava destinata al nulla di fatto. L’Udinese, insomma, non ha avuto la concentrazione che ha aveva caratterizzato la gara con l’Atalanta, nella precedente tappa casalinga, quando era andata in vantaggio al tramonto del primo tempo per poi bloccare con tempestività e attenzione tutte le iniziative degli avversari.
In soldoni, è stato determinante la leggerezza di Solet che continua a commettere errori concettuali palla al piede. Sei a centrocampo, recuperi un pallone e ti accingi a lanciare un compagno in attacco, non puoi rischiare un rasoterra che, se intercettato, può portare a una ripartenza subendo l’inferiorità numerica, proprio perché sei fuori posizione. Diciamo che è l’ABC del difensore. Nasce così il vantaggio bolognese con Pobega che sei minuti dopo è prontissimo al recupero palla su uno sciagurato appoggio centrale – lento e prevedibile – di Okoye verso Karlstrom, anticipato davanti alla propria area.
A questo punto servirebbe una reazione, magari agevolata da una mossa degna di Silvan da parte di Runjaic che, invece, si rivela più scontato del Mago Oronzo. Fuori Davis, Ehizibue e Zaniolo, dentro Buksa, Zanoli e, soprattutto, Bayo. La Serie A sarà anche un campionato in flessione, ma uno come l’ivoriano non merità più dei dieci minuti della disperazione. Meglio tastare con mano i miglioramenti di Gueye o la voglia di rivalsa di Bravo. Altrimenti poi per il Bologna diventa uno scherzo mettere lo champagne nel ghiaccio.
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