Muscoli, voglia e serietà: Piotrowski ha il dna da Udinese
La storia del nuovo centrocampista bianconero acquistato dai bulgari del Ludogorets. Papà e mamma gestivano un’azienda agricola a Grzybno, lui li aiutava guidando il trattore

«Sin dall’inizio si vedeva che era determinato. Era un grande lavoratore. Raramente capita, che un giocatore sia così deciso in questo, di sapere cosa vuol fare nella vita» . Così, nel giugno del 2024, parlò a Tvp 3 Arkadiusz Pruss, membro del consiglio di amministrazione del Chemik Bydgoszcz, il club in cui Jakub Piotrowski debuttò nel calcio senior. Se al mix di stacanovismo e desiderio di emergere, si aggiungono altezza (188 cm), potenza e resistenza, si può ben capire come il nuovo bianconero si sposi perfettamente con il dna dell’Udinese.
Non avrà grandi problemi ad adattarsi alla nuova realtà il centrocampista proveniente dal Ludogorets, 27 anni, ottavo polacco della storia dei bianconeri. Da Piotr Czachowski e Marek Kozminski nel ’92 a Lukasz Teodorczyk, passando per Piotr Zielinski e Pawel Bochniewicz, i friulani hanno pescato nuovamente nel cuore dell’Europa. Da qui arriva la mezzala, da quel voivodato della Cuiavia-Pomeriania in cui ha vissuto i suoi primi anni: nato a Torun, crebbe a Grzybno, dove i genitori gestivano un’azienda agricola. Come raccontò nel marzo del 2024 a Przeglad Sportowy, “Kuba”, tra le altre cose, raccoglieva i raccolti e guidava il trattore. In poche parole dava una mano papà e mamma. «Mi sentivo in dovere di aiutarli. Ho sempre rispettato i loro sforzi», disse.
I primi calci al pallone li diede all’Unislavia Unislaw, società che si trova a cinque chilometri da dove abitava. E pensare che sia lui, sia il fratello Bartosz, diventato poi portiere della seconda squadra del Pogon Szczecin, avrebbero potuto diventare piloti di speedway. I media polacchi ricordano che il padre, Kazimierz, era un portacolori dell’Apator Torun, squadra che attualmente milita nell’Ekstraliga, il massimo campionato polacco. Un incidente in allenamento (si scontrò con Wieslaw Jagus) interruppe la sua carriera. Quest’esperienza portò il genitore a non volere che i figli seguissero le sue orme su una pista di speedway.
Piotrowski, dopo l’Unislavia Unislaw, passò agli juniores del Chemika di Bydgoszcz (città di Zibì Boniek) e successivamente in prima squadra. Come riportato da Weszlo, Kuba era un tifoso del Chelsea e il suo idolo era Frank Lampard. La crescita del giocatore polacco fu graduale. L’esplosione avvenne nel Pogon Szczecin, club che lo ingaggiò nel 2015. A puntare su di lui il tecnico Maciej Skorza, a farlo esprimere al massimo Kosta Runjaic, tecnico dell’Udinese che l’ha voluto con sé in questa avventura in Friuli.
Amante della montagna, Piotrowski dopo essersi consacrato nel 2017-2018 con il club di Stettino passò in Belgio (al Genk), quindi in Germania (al Fortuna Dusseldorf) e infine in Bulgaria al Ludogorets, con cui ha vinto tre titoli nazionali di fila. Scelse nel 2022 la squadra di Razgrad per giocare nelle coppe europee (29 presenze). La sua voglia di lavorare e di emergere, quando era in Germania, lo condussero come sottolineò Weszlo a collaborare con Przemyslaw Gomulka, tecnico ora assistente di Lukasz Piszczek (ex laterale del Borussia Dortmund) a Goczalkowice. Con lui Piotrowski lavorò su molti aspetti del suo gioco, tra cui il posizionamenti in campo. Grazie a quest’atteggiamento il centrocampista polacco è arrivato stabilmente, nell’autunno del 2023, alla nazionale maggiore, con cui ha poi preso parte agli Europei del 2024. Mediano tuttocampista, gli piace inserirsi in area di rigore e possiede un buon tiro dalla distanza: può davvero dare una mano all’Udinese.
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