Kristensen sfonda il muro del Verona, poi Ehizibue regala il pari: l’Udinese fa solo 1-1 all’esordio
Per i friulani si prospetta una stagione dove pensare innanzitutto alla salvezza. Resta la speranza di un guizzo sul mercato

Guardandosi allo specchio l'Udinese scopre, alla prima di campionato, di non essere più bella del Verona in uno scontro diretto che ha già fornito delle indicazioni su quelli che sono, al netto dell’ultima settimana di mercato, gli equilibri di forza tra i peones della Serie A, tra quelle squadre che baderanno prima di tutto al sodo, alla salvezza.
È un discorso allargato a tutti i risultati della prima giornata, al colpaccio della Cremonese, ai pareggi di Pisa e Cagliari, alle risposte, anche nella sconfitta, del Parma che ha proposto una linea Maginot come quella che lunedì Paolo Zanetti ha disegnato al Friuli, un 5-3-2 votato esclusivamente al contenimento e alla (rara) ripartenza.
In definitiva l’Hellas si è salvata così lo scorso anno. Così ha fatto il colpaccio lo scorso marzo al Friuli contro una Zebretta che allora sembrava lanciata ma che poi ha accusato il peso dell’assenza di Thauvin, guarda caso un attaccante fantasioso che sarebbe servito come il pane anche lunedì, mentre i bianconeri sbattevano contro il muro veronese. Invece la punta di raccordo pescata da Runjaic è stata Iker Bravo, troppo lineare e poco intraprendente per poter saltare l’avversario diretto. Se facciamo la contabilità di questo tipo di talento l’Udinese pare povera. Atta, schierato da interno sinistro a centrocampo, è l'unico virtuoso con il pallone tra i piedi, ma si è spento inesorabilmente alla distanza.
Lovric che ha occupato lo spot sull’altro fianco di Karlstrom è un giocatore di gamba e nulla più, mentre là dove servirebbero delle doti atletiche si è visto, sulle fasce, un Ehizibue deleterio in fase difensiva e troppo titubante nella ricerca della discesa con cross finale, al contrario di Zemura che invece si è proposto, ma ha sbagliato tutto nel primo tempo, compreso un gol apparecchiato in area.
Questo il quadro lunedì all’intervallo, quando l’Udinese si è ritrovata solo un bel po’ di inutile possesso palla nelle tasche, mentre nella testa cominciava a farsi strada il tarlo dell’errore che, se commesso, avrebbe potuto condizionare intera partita. Nella ripresa la paura dello svarione ha condizionato dunque ancora di più la manovra dei bianconeri che si sono ritrovati privi anche dell’esuberanza aveva caratterizzato la prima frazione. Risultato? Si vedono finalmente degli sprazzi di Verona. E che sprazzi! Quelli del mancino Giovane che prima costringe Sava a un intervento per sventare la conclusione dal limite e poi viene salvato dalla traversa.
Sembra l’inizio di un’escalation che viene bloccata da un corner dalla sinistra e, soprattutto, dalla capoccia di Kristensen che sblocca il risultato. Il Friuli esulta, il nutrito spicchio veronese è ammutolito, l’Udinese vola. Runjaic cerca il colpo di grazia inserendo Zarraga per Lovric e Bayo per Bravo ed è proprio il basco a sfiorare il raddoppio: la sua botta di destro sbatte sulla traversa. La partita pare in controllo, ci vorrebbe la classica buccia di banana per farla scivolare verso il pareggio e il frutto lo scarta Ehizibue che prima regala un corner e poi sulla battuta apre una voragine per il gol di Serdar. Esistesse la contabilità delle sciocchezze calcistiche Ehizibue sarebbe da Pallone d'oro. D’oro come il punticino che si porta a casa Zanetti, aiutato dalla traversa nel finale di Kamara, entrato al posto di un deludente Zemura.
Finisce 1-1 come all’esordio dello scorso campionato a Bologna, avversaria da Champions capace di arrivare alla fine nelle coppe. Questo Verona, invece, corre per la salvezza e lunedì l’Udinese ha fatto una fatica tremenda. Resta la speranza che sul rettilineo finale del mercato arrivi davvero qualcuno che possa davvero arricchire la rosa bianconera. Zanolo? Più di Zaniolo, dopo l’ennesima Ehisciagura, servirebbe come il pane Zanoli.
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