Pizzi avvisa l’Udinese: «Parma galvanizzato, sfida tattica e piena di insidie»
L’ex bianconero analizza i limiti della squadra di Runjaic — discontinuità, difficoltà a rimontare e troppi errori — e indica i pericoli crociati: «Bernabè e Pellegrino fanno la differenza. Cuesta ha ridato solidità. Sarà una gara chiusa». Un ricordo anche per Galeone: «Per me un maestro»

«Il Parma è galvanizzato e sarà un gran brutto avversario per un’Udinese ancora troppo discontinua», fa sapere Fausto Pizzi, proiettando in largo anticipo tutte le insidie che i bianconeri potranno trovare sabato pomeriggio al Tardini, dove il doppio ex della sfida è di casa e sta vedendo crescere il nuovo Parma di Carlos Cuesta.
Pizzi, c’è un’Udinese messa in difficoltà dalla stitichezza dei suoi attaccanti e dagli errori individuali dei suoi difensori...
«Ho visto, l’Udinese la seguo sempre con grande affetto, pur vivendo a Parma. E devo dire che a mio parere mi fa strano, perché la Zebretta è ben costruita e solida, sulla falsariga dello scorso anno. L’ossatura quindi c’è, e proprio per questa prerogativa l’Udinese resta una squadra difficile da battere, ma in effetti sta emergendo qualche problema di troppo».
A suo parere qual è la difficoltà maggiore al momento?
«La discontinuità di rendimento anche all’interno della stessa partita, come si è visto col Bologna, anche se va detto che i cambi di Italiano hanno alzato il livello dei rossoblù, al contrario di quelli bianconeri. Ho inoltre notato che l’Udinese fatica a recuperare una volta sotto nel punteggio e credo i molti gol subiti dipendano dal fatto che alcuni dei suoi giocatori più fisici vanno poi in difficoltà dovendo aprirsi e giocare in campo aperto, soffrendo le ripartenze letali».
Pizzi, da ex mancino di talento qual era come giudica le sostituzioni continue di Zaniolo?
«Premetto che Zaniolo ha sempre fatto fatica a dare continuità alle giocate e alle prestazioni, ma per trovare ritmo e continuità è fondamentale giocare il più possibile, perché nulla è più allenante della partita. A riguardo ricordo le dichiarazioni di Dimarco su Inzaghi, con l’esterno interista che si lamentava proprio di quelle ricorrenti sostituzioni che non gli permettevano di andare in condizione».
Anche a Parma c’è un mancino che sa deliziare come Bernabè. È lui il gioiello dei crociati?
«Sì, e Cuesta sta ritrovando tutta la sua qualità, abbinandola alle doti di Pellegrino, attaccante generoso che sa lavorare per la squadra. Magari l’argentino andrebbe accompagnato di più in area di rigore dove rende al meglio, ma i due sanno come fare la differenza e saranno i principali pericoli per un’Udinese che troverà un Parma galvanizzato dagli ultimi quattro punti colti tra il pareggio col Milan e la vittoria di Verona che ha riportato tanto ossigeno».
L’impressione è che Cuesta stia trovando la quadra...
«Il giovane tecnico spagnolo è stato bravo nel ricostruire l’organizzazione difensiva che Chivu aveva dato al Parma negli ultimi sei mesi dello scorso campionato. E se andiamo a fare un confronto, in quel Parma c’erano anche Leoni, passato al Liverpool, Bonny all’Inter, Sohm alla Fiorentina e Man al Psv Eindhoven, quindi molta più qualità di adesso».
Oltre all’essere galvanizzata dagli ultimi risultati che Parma troverà l’Udinese?
«Una squadra simile a quella di Runjaic, anche se meno fisica. Anche Cuesta ha puntato sulla solidità e sul non far giocare bene l’avversaria di turno. Per questo mi aspetto una sfida non bella e ricca di occasioni e di gol, bensì molto tattica e chiusa».
Pizzi, da ex bianconero come ricorda il suo ex allenatore Giovanni Galeone che ci ha lasciato all’inizio del mese?
«Per me è stato un maestro. Ho avuto fior di allenatori, da Boskov a Trapattoni a Scala, ma Galeone è stato quello che mi ha messo in condizione di tirare fuori il meglio».
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