Top 500: otto imprese Fvg oltre il miliardo, con Trieste che riconferma il podio
Svelato il podio del 2024, ne esce una graduatoria all’insegna della stabilità: nelle prime tre posizioni nuovamente Hera Trading, Omv Supply&Trading Italia e Fincantieri. Tutti gli altri

Il podio resta quello del 2023, tutto triestino. Nessuna new entry, molte conferme e qualche performance degna di nota in termini di posizioni guadagnate in classifica. L’elenco delle prime 500 aziende del Friuli Venezia Giulia restituisce il quadro di una regione che si confronta con la difficile congiuntura dell’economia globale: le crisi geopolitiche e le ricadute sulle rotte logistiche, la crescita dei prezzi delle materie prime, l’imposizione dei dazi americani, la concorrenza cinese, il balzo in avanti delle tecnologie.
Nonostante le difficoltà – o magari approfittando dei nuovi scenari aperti – molte imprese della regione stanno riuscendo a tenere saldi i conti, alcune anche a crescere e a garantirsi importanti profitti. Lo dimostra una classifica variegata per dimensioni e settori – dalla siderurgia ai prodotti in metallo, dalla logistica al mobile e arredo, dall’energia alle costruzioni – che affianca grossi gruppi internazionali a piccole e medie realtà del territorio, coprendo un range di fatturato che spazia dagli oltre 6 miliardi ai 17 milioni di euro.
Superano il miliardo le prime otto imprese. Domina la classifica Hera Trading, la società con sede nel capoluogo giuliano che assicura l’approvvigionamento di gas ed energia elettrica alle controllate commerciali del gruppo Hera. Nata nel 2004 dalla societarizzazione della direzione acquisti di Hera Comm, Hera Trading opera sui mercati all’ingrosso di gas ed energia elettrica. Nel 2024 ha registrato 6,7 miliardi di ricavi, in calo rispetto ai 9,8 del 2023. Si conferma seconda Omv Supply&Trading Italia, filiale del colosso energetico austriaco che nel 2024 ha contribuito con 6,6 miliardi al fatturato del gruppo pari a 34 miliardi di euro. Il gruppo del petrolio, del gas e dei prodotti chimici è, tra le altre cose, azionista del Gruppo Tal, che controlla la Società italiana per l’oleodotto transalpino (Siot) di Trieste, e sta portando avanti un percorso di trasformazione ed espansione dell’approvvigionamento energetico europeo.
Stabile al terzo posto Fincantieri, che anche per il 2024 ha confermato ricavi superiori ai 5 miliardi. Il gruppo della cantieristica, guidato da Pierroberto Folgiero, vive un momento d’oro grazie anche al buon andamento dei mercati di riferimento – difesa e shipbuilding in testa – tutti in forte crescita.
Nel primo semestre 2025 i ricavi hanno già toccato quota 4,6 miliardi, facendo preannunciare una chiusura d’anno ancora in aumento. L’Underwater, identificato a maggio scorso dal gruppo come uno specifico segmento del business, sta già performando bene: l’obiettivo è arrivare nel 2027 a 820 milioni di ricavi e una marginalità del 18,5%.
Guadagna due posizioni rispetto alla classifica 2023 il gruppo friulano dell’acciaio Danieli, che nel 2024 ha portato a casa 1,3 miliardi di ricavi (in crescita rispetto agli 1,1 miliardi del 2023). La multinazionale di Buttrio sopravanza la sua divisione steelmaking Abs Acciaierie Bertoli Safau e Ferriere Nord – controllata di Compagnia Siderurgica Italiana (Gruppo Pittini) – entrambe a quota 1,2 miliardi.
Nonostante la difficile fase che sta vivendo il mondo dell’acciaio – tra i dazi americani del 50% e la concorrenza asiatica, con la proposta della Commissione Ue di ridurre le quote di import esenti da dazi e di raddoppiare dal 25 al 50% le tariffe extra soglia – le imprese del settore attive in Friuli Venezia Giulia resistono.
A ottobre Danieli ha annunciato un nuovo maxi investimento da oltre mezzo miliardo di euro su Abs con l’avvio del nuovo Hybrid digital green che promette una capacità di produzione annua, a regime, di 730 mila tonnellate. L’obiettivo è raggiungere i due milioni di tonnellate d’acciaio prodotto in Abs e insieme al plant making di Danieli arrivare, nell’arco di un paio d’anni, a raggiungere i 5 miliardi di euro di fatturato.
Ancora sopra il miliardo la classifica registra la presenza di EstEnergy ed Electrolux Italia. Seguono 70 imprese con fatturato superiore ai 100 milioni di euro, medie imprese che fanno tanta parte del tessuto produttivo regionale: da FriulIntagli a Illycaffè, dai gioielli Stroili Oro ai surgelati Bofrost, dalle strutture di Cimolai alle pizze di Roncadin.
C’è il mondo della logistica che ruota attorno al Porto di Trieste – con Italia Marittima, Autamarocchi, Samer&Co., Fratelli Cosulich – e il distretto del legno arredo – con Fantoni, Snaidero e Ilcam. Un tessuto produttivo in continuo cambiamento, in cui ai grandi nomi si affianca una galassia di medie e piccole imprese in crescita, capaci di affermarsi sul piano nazionale e internazionale con le radici ben salde nel proprio territorio.
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