Le aggregazioni tra imprese aiutano a crescere e proteggersi, anche in Fvg
Tra gli strumenti più diffusi, il contratto di rete si è affermato come modalità efficace per cooperare mantenendo l’autonomia giuridica. In regione la più alta densità nazionale di aziende in rete: 250 ogni 10 mila registrate

In un contesto economico globale segnato da instabilità geopolitica, volatilità finanziaria e rapidità nelle trasformazioni tecnologiche , le imprese si trovano a fronteggiare sfide sempre più complesse. L’incertezza non è più un’eccezione, ma una condizione strutturale del mercato. Le tensioni internazionali, le fluttuazioni dei tassi di cambio, l’evoluzione normativa e la transizione digitale impongono alle aziende una continua revisione delle proprie strategie. In questo scenario, le operazioni di aggregazione – dalle fusioni e acquisizioni (M&A) ai contratti di rete – si configurano non solo come strumenti di crescita, ma come leve decisive per rafforzare la resilienza e la competitività.
L’incertezza tende a rallentare i processi decisionali e a ridurre la propensione al rischio, ma non elimina le opportunità. Al contrario, le fasi di instabilità possono favorire operazioni mirate, capaci di generare valore attraverso sinergie industriali, rafforzamento patrimoniale e accesso a nuovi mercati. Le imprese che adottano una visione strategica e dispongono di una struttura organizzativa solida riescono a trasformare la volatilità in occasione di consolidamento, cogliendo vantaggi anche nei momenti più critici. Le aggregazioni permettono di migliorare la capacità di investimento, affrontare con maggiore efficacia gli shock esogeni e accelerare i processi di innovazione e internazionalizzazione.
Questa dinamica è particolarmente rilevante in Friuli Venezia Giulia, dove il tessuto produttivo è composto da circa 86.700 imprese attive, con una netta prevalenza di micro e piccole realtà. La provincia di Pordenone, con oltre 23.000 aziende, rappresenta circa un quarto del totale regionale e si distingue per una forte vocazione industriale e agroalimentare. Qui, il 42% degli addetti lavora nel settore manifatturiero, contro il 31% della media regionale. Tuttavia, la ridotta dimensione media delle imprese può costituire un limite strutturale, soprattutto in un contesto che richiede investimenti significativi e capacità di adattamento rapido.
Negli ultimi anni, si è assistito a una trasformazione silenziosa ma significativa: pur in presenza di una crescita contenuta del numero di imprese, si registra un aumento delle società di capitale e una riduzione delle ditte individuali. Questo cambiamento riflette una maggiore propensione alla strutturazione e alla capitalizzazione, spesso legata a processi di aggregazione. Le imprese friulane stanno progressivamente abbandonando modelli isolati per abbracciare forme di collaborazione più stabili e strategiche.
Il contratto di rete
Tra gli strumenti più diffusi, il contratto di rete si è affermato come modalità efficace per cooperare mantenendo l’autonomia giuridica. Il Friuli Venezia Giulia vanta la più alta densità nazionale di imprese in rete: 250 ogni 10.000 registrate. Un dato che testimonia una cultura imprenditoriale orientata alla collaborazione, in cui le Pmi preferiscono condividere progetti, servizi e mercati, spesso come preludio a fusioni più strutturate. In un contesto produttivo frammentato, le reti rappresentano una soluzione flessibile per aumentare la competitività senza rinunciare all’identità territoriale.
Nel 2024, il mercato regionale delle operazioni straordinarie ha registrato 33 operazioni di M&A che hanno coinvolto imprese friulane. Sebbene il numero sia contenuto rispetto al totale nazionale, il dato è indicativo di un fermento strategico. Le operazioni hanno riguardato sia Pmi innovative sia realtà tradizionali, con obiettivi che spaziano dalla crescita dimensionale all’accesso a nuovi mercati, dalla razionalizzazione dei servizi pubblici alla salvaguardia di marchi storici. In molti casi, le acquisizioni hanno permesso di consolidare filiere locali, rafforzare la presenza internazionale e proteggere competenze distintive che rischiavano di disperdersi.
La difesa contro i dazi
Un esempio emblematico è rappresentato dalle cosiddette operazioni “difensive” contro i dazi internazionali. Alcune imprese friulane, per proteggere il proprio export, hanno avviato acquisizioni strategiche all’estero, in particolare negli Stati Uniti, per aggirare le barriere doganali e mantenere l’accesso ai mercati. Queste operazioni, note come “Jump-the-tariffs deals”, dimostrano come l’aggregazione possa essere anche uno strumento di protezione, oltre che di crescita.
In un contesto in cui l’incertezza non è più episodica ma sistemica, le M&A assumono un ruolo centrale nella strategia di sopravvivenza e sviluppo delle imprese. Non si tratta solo di aumentare la dimensione, ma di rafforzare la struttura, diversificare i rischi e accedere a competenze, tecnologie e mercati che altrimenti sarebbero fuori portata. Le operazioni di fusione e acquisizione, se ben pianificate e gestite, consentono di accelerare processi di trasformazione che richiederebbero anni se affrontati in modo autonomo. Per le Pmi, spesso prive di strutture dedicate, diventa cruciale il supporto strategico e di strumenti pubblici che facilitino l’accesso a percorsi di aggregazione sostenibile.
Contro l’incertezza la risposta è M&A
Alla luce di queste evidenze, appare sempre più chiaro che l’aggregazione, in tutte le sue forme – dalle reti d’impresa alle operazioni di M&A – costituisce una risposta strutturale alle sfide dell’incertezza. Le imprese del territorio, in particolare quelle pordenonesi, sono chiamate a rafforzare la propria struttura societaria, a sviluppare competenze strategiche e a valutare con attenzione le opportunità di collaborazione industriale e territoriale. In parallelo, le istituzioni regionali possono sostenere questo processo attraverso politiche industriali mirate, strumenti di accompagnamento e incentivi dedicati. L’Agenda Fvg Manifattura 2030 ne è un esempio concreto, volto a favorire innovazione, internazionalizzazione e crescita dimensionale.
In un’economia che premia la capacità di adattamento, la visione condivisa e la tempestività decisionale, aggregarsi – sia attraverso reti che tramite operazioni di M&A – significa costruire un sistema produttivo più solido, competitivo e capace di affrontare l’incertezza con determinazione. Le imprese che sapranno cogliere questa opportunità non solo rafforzeranno la propria posizione sul mercato, ma contribuiranno a disegnare un nuovo modello di sviluppo regionale, fondato sulla collaborazione, sull’efficienza e sulla capacità di fare sistema. —
*Partner PwC Italia
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