Il futuro dell’industria regionale tra post globalizzazione e AI

Oltre 300 tra manager e imprenditori alla PMP di Coseano per la prima tappa del tour Top 500. Il presidente di Confindustria Udine Luigino Pozzo: «Oggi ci sono due, tre blocchi che vogliono fare da sè e sono in competizione mondiale. L’Europa che strada vuole prendere? Bisogna avere le idee chiare e fare le scelte giuste»

Maurizio Cescon

Intelligenza artificiale, ma non solo. Nel primo appuntamento del tour Top 500 2025 organizzato dai quotidiani del gruppo Nem con PwC, svoltosi nel quartier generale della Pmp di Coseano, è entrata prepotentemente nel dibattito la discussione sulla situazione geopolitica.

«Stiamo vivendo una nuova era - ha sottolineato il presidente di Confindustria Udine e della Pmp Luigino Pozzo nel suo dialogo con il vice direttore del Messaggero Veneto Paolo Mosanghini – , della post globalizzazione. C’è un riequilibrio a livello internazionale, ci sono due, forse tre grandi blocchi che hanno deciso di fare da sè, gli Stati Uniti dal canto loro non vogliono perdere la posizione di predominio economico. E in Europa cosa accadrà? È la domanda a cui dovremmo saper rispondere. Ho letto in questi giorni il programma di sviluppo della Cina per i prossimi 5 anni, che è stato appena approvato. Ecco loro hanno idee chiarissime su cosa fare, sui modelli da seguire, sulla società, sul futuro dell’industria, sull’utilizzo delle tecnologie. L’Europa ha un programma su queste basi? Io credo che noi siamo ancora in una fase di estrema incertezza. Prima di tutto dovremmo decidere se vogliamo rimettere al centro la manifattura, l’azienda, il lavoro o se invece vogliamo prendere altre strade. A mio avviso dovremmo invertire la rotta, ovvero fermare la deindustrializzazione che in alcuni settori, vedi automotive e acciaio, è già in stato avanzato anche nelle nostre realtà».

La platea di oltre 300 tra manager e imprenditori presenti ha applaudito a lungo il passaggio di Pozzo sullo stop alla deindustrializzazione.

Cartina di tornasole di quanto il tema sia sentito nel profondo Nord Est.

«Perché il sistema industriale del Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto il leader di Confindustria Udine - è resiliente e stabile, ma per garantire futuro occupazionale ai giovani serve il coraggio delle scelte giuste e avere in mente un progetto su dove vogliamo andare. Il mercato della Russia temo che non lo recupereremo più, ormai la Cina ne ha preso il controllo. I cinesi sono stati respinti via mare qualche anno fa, con la Via della Seta, ma adesso arriveranno in Europa via terra, attraverso la Russia».

Dopo l’illustrazione dei dati macroeconomici sulle aziende Top 500 della regione, affidata al ricercatore senior della Fondazione Nord Est Gianluca Toschi, che ha messo in luce «una crescita, nel 2024, dello zero virgola» e un andamento «che non sarà diverso nel 2025, con un tasso di esportazioni non entusiasmante», è stata la volta dei panel - condotti dalla giornalista di Nord Est Economia Maura Delle Case e dal vice direttore dell’Economia dei quotidiani Nem Luca Piana - che hanno avuto come filo conduttore l’intelligenza artificiale che rivoluziona le imprese.

Massimo Iengo, partner di PwC Italia ha sottolineato come «l’AI sia già massicciamente stata introdotta nel settore bancario, mentre solo il 10% delle piccole e medie imprese del territorio ha fatto finora investimenti significativi su questo versante».

Un player del food come Bofrost, leader nei surgelati, ha in mente un piano ad ampio spettro per la fruizione dell’AI come supporto produttivo. «Abbiamo due chat bot una legata al prodotto e una al venditore - ha spiegato il presidente e Ad di Bofrost Gianluca Tesolin – , inoltre l’AI è un ottimo biglietto da visita quando facciamo recruiting. Un domani puntiamo a fornire anche servizi finanziari ai clienti che si trovano in aree periferiche o lontane dagli sportelli bancari o dagli uffici postali».

Se Andrea Mizzaro, Cfo di Stroili Oro, si affiderà alle decisioni della capogruppo francese per quanto riguarda l’introduzione dell’AI ma ritiene che «nonostante il momento sfidante c’è fiducia e crediamo nelle persone», Federica Meroi, executive officer di Alfa Sistemi, ha raccontato di come l’AI «è una macchina utile per correre in Formula uno, strumento sofisticato e potentissimo, ma che ha bisogno di carburante, ovvero dei dati giusti per alimentarla. Il livello di soddisfazione tra i dipendenti, dopo l’introduzione dell’AI è molto positivo».

«L’intelligenza artificiale nelle Pmi è ancora in divenire - ha osservato Massimiliano Anziutti, chief technology officer di BeanTech - ma non è detto che sia un aspetto negativo, perché questa tecnologia è oggi arrivata alla maturità».

«L’AI nella siderurgia - ha spiegato il presidente del gruppo Danieli Alessandro Brussi - rende gli impianti più efficienti, più moderni rispetto a 20 anni fa. L’obiettivo è avere zero personale vicino all’acciaio liquido. Le macchine oggi permettono di aumentare molto la velocità di produzione».

«UniCredit - ha concluso Alberto Busato, area manager top corporate Veneto Est e Friuli Venezia Giulia - ha già investito molto in AI, abbiamo una piattaforma che usa insieme l’intelligenza artificiale e il network della banca per favorire operazioni di M&A, ovvero aiuta a individuare il target giusto in caso di acquisizione». —

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