Viaggio nei quartieri: il centro, tra sì alla pedonalizzazione e acquisti in negozio: «A Udine si vive bene»

Il caffè con i lettori in piazza Patriarcato porta spunti e riflessioni su temi attuali. C’è chi afferma di non avvertire pericoli e chi esorta l’uso dei trasporti pubblici

Chiara Dalmasso, Simone Narduzzi
L’incontro al bar All’Angolo. Foto Petrussi
L’incontro al bar All’Angolo. Foto Petrussi

«A Udine si sta bene»: sorprendente per alcuni, una conferma per altri, ma di certo l’affermazione più forte emersa dal tavolo del bar All’Angolo, che nella mattina del 17 giugno ha ospitato il nostro caffè settimanale con i lettori. A condividere con i cronisti pensieri, spunti e proposte, alcuni cittadini che vivono quotidianamente il centro.

La pedonalizzazione

«Sarebbe bello vedere meno auto nella parte storica della città, ma è difficile cambiare le abitudini dei friulani»: il ragionamento accomuna Giorgio De Zorzi, Marino Visintini, Daniela Artuso e Oriana Beltramini, abituati a muoversi spesso per la città a piedi o in bicicletta. «La presenza dei turisti, che stanno aumentando, dovrebbe spingere l’amministrazione a ragionare sull’ampliamento della zona pedonale – osserva De Zorzi – almeno per quanto riguarda alcuni snodi principali, come via Manin».

Una razionalizzazione degli spazi è auspicata anche dagli altri partecipanti al caffè, che presentano alcuni esempi concreti: per citarne uno, via Cussignacco, interessata di recente da modifiche alla viabilità. «Abito lì da cinquant’anni – dice Artuso – e percorro quel tratto almeno quattro volte al giorno, posso dire che i cambiamenti introdotti dall’assessore Marchiol hanno migliorato nettamente la situazione del traffico».

Il trasporto pubblico

Per contrastare la congestione nelle ore di punta, «bisognerebbe incentivare le persone a scegliere i mezzi pubblici, che, a loro volta, andrebbero adattati alle necessità di chi li usa» fa notare Artuso, suggerendo di introdurre la possibilità di acquistare i biglietti a bordo, direttamente con la carta di credito.

«Molte persone anziane mi hanno segnalato che la linea 1 fa poche fermate su via Aquileia» aggiunge, mentre gli altri osservano che la linea 82, introdotta da poco, «è sempre vuota». Visintini ricorda alcune esperienze del passato, relative ai “parcheggi scambiatori”, «che però non hanno avuto successo». Secondo De Zorzi, è pure un tema di informazione: «Mancano indicazioni chiare e le persone si confondono».

I negozi

Predilige i negozi di quartiere, Oriana Beltramini: con la sua auto parcheggia in piazza Primo Maggio per poi dirigersi, a piedi, fino a via Aquileia. «Mi piace andare nel negozietto piuttosto che nel grande supermercato. E quella di via Aquileia è una zona che presenta numerose attività di questo tipo, che andrebbero preservate. La loro offerta, poi, è variegata».

A differenza di quanto rilevato per via Mercatovecchio: «Ma lì gli affitti sono molto più cari», concordano tutti i presenti. Questo prima che Visintini punzecchi: «Se non sei un bar, fai fatica ovunque. Va detto, però, che i tempi sono cambiati: non si può più aspettare che il cliente arrivi sulla porta a comprare, si deve essere un po’ attraenti, oppure andare incontro». Un giudizio condiviso da De Zorzi: «L’acquisto, al giorno d’oggi, deve essere un’esperienza all’interno di un momento di svago, più che di necessità. Anche perché ormai di necessità non ce n’è più, complici i vari servizi online, tipo Amazon».

La sicurezza

A volo di gabbiano, il discorso si è poi spostato sul tema della sicurezza. «Il problema – l’opinione di Beltramini – è stato un po’ ingigantito. Io non mi sento in pericolo». Concorde il pensiero di Artuso: «Passo davanti alla Stazione di posta ogni giorno e non ho mai avuto problemi. Certo, piuttosto mi fa tristezza vedere il giro di spaccio su via Calatafimi, quello sì».

Decoro

Le lamentele, pertanto, non sono mancate. A farsene carico anche Claudio Bortolotti: «Spiace osservare la trascuratezza della zona fra viale Ungheria, piazzale D’Annunzio e via Manzini, dove rifiuti abbandonati ed erba alta sono la normalità. Più volte, poi, ho segnalato alla polizia locale come una persona, al parco delle Foibe, stazioni con grandi quantità di mangime per colombi, incurante del divieto esposto. Tutta l’area, ovviamente, è coperta di guano». 

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