La ditta è ferma per indagini giudiziarie, i cassonetti per gli abiti usati diventano discariche a cielo aperto

La Euro Recuperi non ritira più da un mese: il Comune di Udine ha sollecitato un intervento ma non può agire direttamente

Alessandro Cesare
Uno dei cassonetti per indumenti usati a Udine
Uno dei cassonetti per indumenti usati a Udine

Il Comune di Udine si è mosso già all’inizio della scorsa settimana per tentare di risolvere la criticità legata all’abbandono degli abiti usati all’esterno dei cassonetti di raccolta sparsi per la città. Lo svuotamento è fermo da circa un mese. È stato l’assessore all’Ambiente Eleonora Meloni a mettersi in contatto con la ditta che si occupa della gestione del servizio, la Euro Recuperi di Bagnoregio, nel viterbese. «Martedì scorso, dopo aver ricevuto segnalazione del nuovo episodio di degrado – ha informato l’assessore – mi sono subito messa in contatto con la ditta per segnalare nuovamente l’accaduto. Nell’occasione ne ho approfittato per chiedere informazioni sulla frequenza degli svuotamenti, sulle azioni di pulizia e manutenzione previste, sulle attività di controllo utili a evitare possibili atti vandalici. Sollecitando un pronto intervento, nel caso in cui ciò non fosse possibile in tempi rapidi – ha chiuso Meloni – ho invitato la Euro Recuperi a valutare la rimozione dei cassonetti».

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La risposta da parte della ditta è arrivata a stretto giro per conto dell’avvocato Francesco Alunno. Quest’ultimo ha precisato che al momento, per attività giudiziarie in corso, la ditta non può effettuare alcuna attività di raccolta. Si è però impegnato a segnalare, alla Procura che sta svolgendo le indagini, la situazione di degrado venutasi a creare a Udine per ottenere un via libera a intervenire.

I cassonetti, sparsi in diverse strade della città, da via Pozzuolo a via Marsala, da via Fruch a via Cividale, solo per citarne alcune, si trovano su aree private e questo impedisce al Comune di intervenire direttamente con uno svuotamento coatto tramite la Net.

Poiché la Euro Recuperi non provvede al prelievo del materiale dai cassonetti da quasi un mese, chi decide di donare gli abiti usati, lascia i sacchi all’esterno, sui marciapiedi o sull’asfalto, contribuendo a dar vita a una sorta di discarica a cielo aperto di indumenti. «Prima i contenitori venivano svuotati anche due volte alla settimana, ora invece non si vede più nessuno», ha raccontato la farmacista di Sant’Osvaldo, Anna Aiello, tra coloro che per primi hanno segnalato il degrado venutasi a creare.

La Euro Recuperi, fondata nel 1998, è una realtà che come obiettivo principale ha «la raccolta degli indumenti usati, tramite la diffusione capillare del proprio servizio che prevede il posizionamento di appositi contenitori e il loro periodico svuotamento, oltre che manutenzione o sostituzione ove necessario». Una rete utilizzata per raccogliere, selezionare e vendere indumenti usati. Attività utili per coprire le spese del servizio offerto e, nello stesso tempo, a fare business. Almeno fino a un mese fa, prima che la Procura ne bloccasse l’attività.

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