Pordenone Capitale italiana della cultura 2027, il richiamo “verso il futuro” tra scienza e memoria di Odorico
Nella lettera di Matteo Giannatiempo l’omaggio ai grandi scienziati italiani, da Leonardo a Fabiola Gianotti, e al viaggiatore pordenonese come simbolo di dialogo tra civiltà

«Pordenone, città laboriosa e dinamica, Capitale italiana della cultura nel 2027, è chiamata a testimoniare che la nostra cultura, sintesi di quelle mediterranea e germanica, non è arroccata al pur glorioso passato di Roma caput mundi, ma è proiettata oggi verso il futuro, consapevole dell’esigenza di affiancare alla cultura delle lettere e delle arti anche la cultura delle scienze cui illustri italiani nei secoli passati si sono dedicati con impegno e ancora oggi si dedicano con successo, animati dal desiderio di progredire, proiettati verso il futuro, ammirati in tutto il mondo per le loro sensazionali scoperte nella ricerca scientifica e in campo tecnologico».
- Ditelo al Messaggero Veneto: per segnalarci le tue storie, scrivici a direzione@messaggeroveneto.it
Tra i tanti, Matteo Giannatiempo, che ci ha inviato una lettera in proposito, ne cita alcuni: Leonardo da Vinci, il genio italiano che eccelse nelle arti e anche nelle scienze, Galileo Galilei, Camillo Golgi, premio Nobel per la medicina, Enrico Fermi, Alessandro Volta, Guglielmo Marconi, Antonio Meucci, sino a Federico Faggin, inventore del microchip. «Soprattutto – aggiunge Giannatiempo – vorrei citare l’italiana Fabiola Gianotti, attuale direttrice del Cern, autrice della scoperta annunciata nel 2012 del bosone di Higgs, denominato la particella di Dio, che segna una svolta epocale verso il futuro del mondo che non riusciamo nemmeno a immaginare».
Pordenone, tra i suoi illustri figli del passato, vanta un personaggio «cui ben si addice il logo “Verso il futuro”. Annoverato nei libri di storia e geografia tra i grandi viaggiatori del passato, Odorico da Pordenone (1280-1331 circa), desideroso di raggiungere e conoscere civiltà lontane, intraprese un lungo e faticoso viaggio verso la Cina, percorrendo molte migliaia di chilometri, dalla nostra città, anticamente chiamata Portus Naonis (porto del Noncello), sino alla corte del Gran Khan che lo accolse con molti onori, perché riconobbe nel pordenonese che arrivava da una terra sconosciuta un animo nobile e degno di rispetto, spinto non da ingordigia di potere e di ricchezze, ma dall’ideale di camminare con impegno instancabile verso il futuro, per arricchire non le proprie tasche, ma la conoscenza umana, linfa vitale della retta cultura, indispensabile per il dialogo e la convivenza pacifica tra le diverse civiltà del pianeta. Auguro – è la conclusione – un proficuo lavoro a quanti si adopereranno insieme con le istituzioni per uno splendido successo di Capitale italiana della cultura 2027».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto