Anziano deve fare la visita entro dieci giorni ma la fissano tra un anno: la denuncia di un medico
Il dottore pordenonese Riccardo Colloca segnala il caso di un suo paziente 78enne con problemi di deambulazione: «Negato anche il rimborso per la visita privata, così si mettono in difficoltà i più fragili»

Prenotare una visita medica si conferma essere un’ardua impresa. La sanità pubblica continua a fare i conti con lunghe lista d’attesa, un fenomeno che pare difficile da arginare. Questa volta la segnalazione è arrivata dal un medico di medicina generale pordenonese Riccardo Colloca. «Un mio paziente, di 78 anni, doveva prenotare una visita chirurgica all’ospedale di Udine – ha spiegato il professionista –. Premessa. A seguito di una stenosi del canale midollare il signore fatica a muoversi e, purtroppo, non ha nessun familiare che possa aiutarlo in situazioni del genere».
Alla luce dei fatti, il medico di base ha deciso di accompagnare il paziente in una farmacia vicina casa per prenotare la prestazione, una visita chirurgica vertebro midollare, «prestazione che svolgono solo a Udine», ha precisato Colloca. Nonostante la prescrizione con priorità B, quindi da effettuare entro dieci giorni, l’appuntamento è stato fissata ad aprile del prossimo anno. «Ho consigliato al pazienti di prenotare la visita in forma privata e di mandare una mail all’azienda sanitaria per ottenere il rimborso della prestazione – ha spiegato il medico –. Tuttavia, l’Asufc ha risposto dicendo che non era una soluzione possibile e che il signore avrebbe dovuto recarsi al Cup per individuare un’altra data. Non è accettabile una soluzione del genere, che mette in difficoltà gli utenti più fragili. Ancora una volta emergono le gravi carenze del nostro sistema sanitario».
La risposta di Asufc
A fronte della segnalazione arrivata dal medico di base pordenonese Riccardo Colloca, l’Azienda sanitaria del Friuli Centrale ha attivato la procedura per prendere in carico il paziente. L’azienda sanitaria friulana ha precisato che questo tipo di prestazione non può essere prescritta dal medico di base, bensì soltanto da un fisiatra, da un medico del dolore o dall’ortopedico.
«In alternativa – ha riferito l’Asufc – qualora il medico dovesse riscontrare una situazione particolarmente grave, può inviare il proprio paziente al pronto soccorso dell’ospedale di Udine, in contatto diretto con la chirurgia vertebro-midollare. A quel punto sarà avviato l’iter previsto per prendere in carico l’utente»
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto
