Zigaina inedito alla Stamperia Albicocco

UDINE. È un’esposizione particolare, questa nella Stamperia d’Arte Albicocco: sono infatti in mostra materiali non realizzati dall’artista per essere mostrati. Si tratta di lastre, prove di stampa con appunti di lavoro, prove d’autore e bon à tirer che appartengono al farsi dell’opera d’arte e che rimangono solitamente confinati nel riserbo del laboratorio senza varcare le soglie dell’ufficialità.
Ci sono poi fogli dedicati allo stampatore, «all’amico Corrado», «al mio grande Corrado con l’affetto di sempre» e ancora a «Corrado e a Federico, con amicizia e con grande stima», a ricordare il tempo della Stamperia Albicocco e Santini (AS), cui Zigaina nei primi anni Settanta cominciava ad affidare sempre più spesso la tiratura delle sue lastre incise.
Il tutto sarà esposto dal 14 giugno nel laboratorio grafico udinese in via Ermes di Colloredo, nell’ingombro di torchi, lastre, fogli, punte e tarlatane, nell’odore della carta, degli acidi e inchiostri. Insomma nell’inconfondibile profumo della stamperia che Zigaina, ripescando nell’infanzia, paragona «al profumo del forno del pane».
La più parte dei materiali sono collezione personale dello stampatore, che nel tempo ha definito un archivio particolarissimo nato tra professione, amicizia e sodalizio artistico; un archivio che a un’attenta lettura restituisce la storia misteriosa che si consuma nei gesti lenti e precisi, nei saperi tramandati, nell’affinità elettiva tra figure diverse quali sono l’incisore e lo stampatore, che convergono nella trepidazione dell’uscita del foglio dal torchio.
In mostra, infine, sono i libri d’arte di questo intellettuale a tutto campo, in cui il segno è usato in modo indistinto per incidere e scrivere definendo un unicum artistico raro e di grande valore.
L’esposizione udinese completa l’omaggio per i 90 anni del maestro promosso dal Comune di Cervignano, dal Consiglio della Regione FVG in collaborazione con la Stamperia Albicocco, il circolo Arci di Cervignano e l’Accademia Udinese di Scienze Lettere e Arti.
Chiude il percorso espositivo che ha portato in scena il segno inciso di Zigaina e la sua forza nel sostenere quel mondo visionario che scende sui I campi dell’arciduca, sui Verso la laguna, su Le sere dei vigneti e ancora Sul colle di Redipuglia, sugli orti e nei prati dove insetti misteriosi operano larvali e metamorfiche Visitazioni.
Al segno inciso Zigaina affida la costruzione dell’orizzonte colto, realista e visionario che compone quel Paesaggio come anatomia, come titola l’omaggio ai 90 anni del maestro, che ben indica il legame dell’artista con il territorio, in una rivisitazione di luoghi ed esistenza, di storia, esperienza e sogno.
Il progetto, fra Trieste, Cervignano e Udine, ha portato all’esposizione di circa cento pezzi tecnicamente centrati sull’acquaforte, e alcuni esempi di recentissime ceremolli, acquetinte e maniera a zucchero, che testimoniano la forza innovativa dei novanta anni del maestro e la concentrazione sui temi più cari alla sua vita d’artista.
A fronte di un’intensa attività espositiva legata alla sua pittura, da tempo non si assisteva a un progetto dedicato all’incisione del maestro. È stata dunque questa l’occasione per ripercorrere la ricerca grafica di Giuseppe Zigaina in un percorso che dal carattere antologico, a quello tematico sino all’incontro con il farsi dell’opera ha definito un racconto sostenuto in catalogo dagli interventi di Claudio Magris e dello stesso Giuseppe Zigaina.
Gli inediti ritratti fotografici di Danilo De Marco hanno significato l’opera nell’opera e fermato nel recentissimo scatto i 90 anni dell’artista a testimoniare nel suo carismatico sembiante quell’Anatomia come paesaggio in cui la cultura del territorio, come ha dimostrato l’affluenza del pubblico alle mostre, si rispecchia.
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