Zaraton di Raffaele Serafini: una creatura si aggira in Friuli

Marco Stolfo

Raffaele Serafini si conferma scrittore ispirato e talentuoso, in grado di utilizzare la lingua friulana con forza narrativa, efficacia comunicativa e libertà espressiva. Lo dimostra ampliamente Zaraton, pubblicata dalla casa editrice KappaVu all’interno della collana “La Comugne”, dedicata proprio alla scrittura creativa “par furlan”. Si tratta di un romanzo intelligente e innovativo, divertente e caustico, coinvolgente e visionario, che con specifico riferimento ai suoi contenuti potrebbe essere definito anche “catastrofista”, poiché in poco meno di duecento pagine, divise in trentasei capitoli, racconta gli sviluppi di un evento fantastico e, appunto, catastrofico. Le vicende narrate, infatti, partono da quel giorno – identificato precisamente come il 3 aprile 2023: una data evidentemente tutt'altro che casuale... – in cui, verso le sette di sera il Friuli, inteso come territorio, si svegliò e si trasformò in una specie di bestia gigantesca con zampe anteriori e posteriori, due pinne, una coda e tre occhi.

Nelle pagine iniziali sono decritti i primi movimenti di quella strana creatura, che assomiglia ad una immensa tartaruga di terra e di pietra e si estende per più di settemila chilometri quadrati Chi legge vede quella incredibile “Besteate” alzarsi, staccarsi dalle regioni contermini e spostarsi verso il mare Adriatico, lasciando dietro di sé un'ampia voragine, con effetti distruttivi su gran parte della popolazione ad eccezione di un piccolo paese della pianura friulana.

Il focus narrativo si alterna tra le vicende del “mostro” e quelle di una serie di personaggi, con profili individuali molto particolari, e suggerisce molteplici elementi di riflessione che riguardano la società friulana contemporanea e si allargano a questioni universali, con un approccio che unisce ironia, fantasia, capacità di osservazione e disincanto, senza dimenticare neppure qualche riferimento letterario. Emblematico, in tutti i sensi, il profilo dello strano protagonista, che nel momento del suo risveglio riconquista il suo nome – “Friûl”, senza articolo – e si configura come uno “zaratan”, simile a quelli protagonisti di tante leggende marinare, di cui scrisse anche Jorge Luis Borges, ma “bocon”, grandissimo, e quindi “Zaraton”.

Il nuovo romanzo del prolifico scrittore e animatore culturale di Sclaunicco, insignito per quattro volte del Premi San Simon e “ostîr” dell'osteria letteraria Contecurte, non è solo importante perché dà conto del talento del suo autore e delle potenzialità della lingua friulana, ma è altresì significativo per una sua peculiarità di carattere editoriale, poiché è stato pubblicato con caratteri ad alta leggibilità, che lo rendono fruibile da parte di tutti, anche da chi è affetto da dislessia.

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