Williams: «Disegno ancora come una volta»

PORDENONE. Sei minuti, tre anni di lavoro e poco meno di settant’anni di incubazione, tra i sogni e i progetti di una vita. Va riassunto così il breve filmato di animazione Prologue di Richard Williams, premio Oscar per Roger Rabbit, a Pordenone per le Giornate del Cinema Muto dove è stato presentato al pubblico in anteprima italiana.
Non è la prima volta che Williams partecipa alle giornate pordenonesi, è vero, ma a vederlo così, gli occhi brillanti di una luminosità entusiasta, una mimica che rimanda inesorabilmente alla gestualità dei suoi personaggi, o meglio del suo personaggio più popolare, si coglie subito quanto la sua vita sia in simbiosi con l'animazione.
«Avevo circa dodici anni - racconta - quando venne sganciata la bomba atomica a Hiroshima, tutti pensavamo che la nostra vita sarebbe stata breve, e ci si dava da fare per sfruttare al massimo i pochi anni che pensavamo ci sarebbero rimasti. Da allora ho pensato che bisognasse fare qualcosa contro la guerra, un’idea che mi è rimasta dentro fino ad adesso.
Ora non ho più le pressioni dell’industria, non cerco riconoscimenti economici e posso dedicarmi completamente a fare quello che ho desiderio di fare. Da solo, io la mia fantasia, un foglio di carta e una matita come si faceva una volta».
Già, perché Richard Williams ci tiene proprio a precisare quanto la sua tecnica sia simile al lavoro individuale e artigianale dell'artista. «Per un secondo di filmato ci vogliono 24 disegni, e per farne uno a volte ci impiego anche due ore, il che vuol dire che in una giornata di otto ore ho realizzato un ottavo di secondo».
Ci ride su, sull’immagine di immane lavoro che si proietta subito nella testi di chi lo ascolta, e ride della tecnologia «che non è mica capace di disegnare la verosimiglianza di un movimento. Quando lavoravamo a Roger Rabbit c’era una squadra di oltre 300 persone, si potevano realizzare inquadrature da ogni prospettiva immaginabile in poco tempo. Io non ho questa mole di collaboratori, ovviamente.
Ma non è un problema, ho solo bisogno di più tempo. Se mi chiedono il titolo definitivo del film rispondo che ho il titolo provvisorio “vivrò abbastanza per finirlo?” - ride ancora - per ora in tre anni ho disegnato sei minuti di film, in totale il film avrà una durata di 70 minuti circa. Ma ci pensa mia moglie - sorride ancora indicando Imogen Sutton sua produttrice da sempre - a dettare il ritmo del lavoro, magari imponendomi di disegnare su tavole più piccole, di quelle che uso normalmente.
Per Prologue volevo cercare il realismo, e partecipare alle Giornate del cinema Muto nel passato mi ha mostrato come l’assenza della parola può avere un impatto così forte nello spettatore al punto da decidere che nel mio film ci siano solo i rumori degli oggetti, ma non i dialoghi dei protagonisti».
La storia è ambientata all’epoca della guerra tra Sparta ed Atene, 2400 anni fa. Il viso di una bambina che sta a guardare i guerrieri che si battono all’ultimo sangue esprime con grande intensità i sentimenti di sgomento e terrore per l’orrore cui assiste.
«Disegnare il movimento di una mano - spiega Williams - e farlo sembrare un gesto credibile, realistico è un lavoro molto complesso. Altra cosa è disegnare un fumetto, alla Disney per intenderci, nel quale il realismo non è per nulla importante».
Prologue, non è il suo unico progetto, ha appena pubblicato un libro, una sorta di bibbia per i disegnatori d’animazione, e sta lavorando a un altro libro che uscirà fra poco. Il futuro, per Richard Williams sembra appena all’inizio.
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