Vita di Simon, aspirante attore che cresce troppo in fretta

Già il titolo del romanzo calza bene anche per quello dell’articolo. Cronache di un animo gentile, edito dalla casa editrice tedesca Oakmond Publishing (199 pagine, 13 euro), è il nuovo romanzo di Alex Fabbro, artista triestino a tutto tondo dal momento che nel corso degli anni si è cimentato, e con bravura, in diversi campi creativi: come cantante di un lodevole gruppo swing, le Bizzarrie, creatore di giochi da tavolo per diverse case di produzione, nonché come scrittore riuscendo a confezionare un romanzo di formazione intenso che si fa leggere con voracità, testimoniato dal fatto che ha vinto il premio Watty Award, lanciato da una delle piattaforme social di narrativa più celebri al mondo.
La trama è incentrata sulla travagliata vita di Simon Gentile, ragazzo aspirante attore che presto sarà costretto a crescere troppo in fretta, tra i problemi dei comuni mortali in cerca di stabilità e la gestione di una famiglia decisamente instabile, con una pericolosa madre anaffettiva e una sorella minore che vaga come un meteorite nell’universo della vita. Ad aiutarlo in questo percorso a ostacoli, che lungo la narrazione il protagonista attrae quanto un magnete il ferro, è il padre, e lo fa in un modo assolutamente originale quanto commovente. Lungo il suo percorso di crescita Simon incontrerà diversi personaggi eccentrici ognuno dei quali lascerà il segno, e a volte cicatrici, nell’anima del protagonista: un paramedico cleptomane, un’amica strampalata, una badante tostissima e un’oca da guardia, giusto per citarne qualcuno. E poi non manca un finale che scombina tutto e per questo mette a posto le cose.
La prima domanda è complessa e racchiude tre dei cinque pilastri del giornalismo: Dove, come e quando è nata l’idea di scrivere questo romanzo?
«L’idea del romanzo nasce nel 2016. Lavorativamente parlando ho fatto un casino cose: dal pescatore al veditore di trapani fino al barelliere, ma ho avuto un po’ di sfiga. Volevo quindi creare una specie di manuale di sopravvivenza urbana. Nel caso mi servisse, ecco. Ho cominciato così a mettere insieme i pezzi, ma non sapevo come andare avanti. Poi un giorno ho avuto l’occasione di frequentare dei corsi alla scuola Holden. Uno di questi necessitava di un’idea iniziale come compito assegnatoci dalla professoressa Lorenza Ghinelli. Buttai giù due righe che poi divennero quattro e si moltiplicano come i Gremlins a mezzanotte. Infatti scrivevo invece di dormire. La storia prese distacco dall’idea iniziale e il protagonista, Simon Gentile, iniziò a fare quello che voleva. Non avevo più potere su di lui e quello che ne è venuto fuori è un romanzo bizzarro, intriso di forza di volontà e popolato da personaggi assurdi».
Chi è Simon Gentile?
«È la mia eredità immortale. C’è tanto di me in “Cronache di un animo gentile”».
Cosa vuoi trasmettere al lettore?
«Come sempre, tutto quello che faccio è per dimostrare a me stesso e ai miei bimbi lontani di valere qualcosa. Vorrei che il lettore recepisse lo stesso messaggio per sé stesso». —
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