Virginia Borghello e la saga De Michelis

Giampaolo Borghello
Nella vecchia Udine il 6 Gennaio 1940 si celebra un matrimonio particolare: si sposano Virginia Borghello e Turno De Michelis. Il luogo è inconsueto: il tempio metodista, che si trovava all’epoca (secondo le memorie familiari) in via Mercatovecchio. Chi sono gli sposi? Virginia Borghello, detta da sempre Noemi, era cugina diretta di mio padre Rino.
Di recente Marco Sassano in un bel volume (“I libri sono come le ciliegie”, Marsilio), per illustrare la personalità dell’editore-professore Cesare De Michelis, ha voluto coscienziosamente risalire alle origini. Chi era dunque Noemi? Scrive Sassano: «A differenza di Turno, Noemi proveniva da una tradizionale famiglia cattolica di artigiani friulani, i Borghello, che per lavorare si era trasferita nel capoluogo della Stiria degli Asburgo, la cittadina di Knittelfeld. Così lei nacque austriaca, il 17 luglio del 1910, due anni prima di Turno. Giovanni, suo padre, capeggiava come decoratore d’interni una ventina di lavoranti. Sua madre, Maria Zannier, faceva la sarta. Allo scoppio della guerra i Borghello si rifugiarono a Pinzano sul Tagliamento, zona di confine che per un po’ fu italiana e, dopo Caporetto, austro-ungarica per poi ritornare al tricolore. Allora i maschi della famiglia andarono a lavorare in Svizzera, anche per non finire arruolati. Noemi raccontava a Gianni e a Cesare, già grandicelli, che al di là delle Alpi suo padre, di idee progressiste, aveva conosciuto l’esiliato Lenin. A guerra finita i Borghello se ne vanno in città a Udine».
Dopo aver concluso il Liceo, Noemi si iscrive all’Università di Padova dove consegue due lauree (in Chimica e in Farmacia): in quegli anni e in quelle Facoltà, un vero primato per una donna. Nel 1936 Noemi incontra Turno e lì sboccia l’idillio. C’è anche un problema da affrontare: Noemi è cattolica e Turno protestante. I De Michelis erano da generazioni protestanti e il padre di Turno, appassionato lettore dell’Eneide, aveva voluto dare ai figli i nomi dei personaggi dell’opera latina: Ilda, Scintilla, Eurialo, Niso, Fedro, Turno, Irno e Miriam.
Noemi accetta di sposarsi nella Chiesa Evangelica e da lì nasce la “saga” della nuova famiglia De Michelis. Il primogenito è Gianni (uomo politico e poi ministro) del 1940: e poi Cesare (detto familiarmente Ciccio), Marco, Giorgio e Maria Ida (Babi). Tutti fortemente volitivi e dotati di notevole ingegno.
Ho avuto modo di incontrare Noemi a Venezia a metà degli ’60 ed è stata particolarmente affettuosa e ospitale. Nella grande casa di Cannaregio ho incrociato Marco (mio coetaneo) e Maria Ida. Valeva certo il soprannome, sostanzialmente benevolo, che attribuiva ai De Michelis la definizione di “Kennedy della laguna”.
Con Cesare c’è stato un rapporto costante e duraturo sia sul piano universitario che su quello editoriale. Ci siamo così più volte incontrati. Cesare è stato un coscienzioso e dotto docente universitario a Padova. A questa attività ha accompagnato un costante, vivace, e attento impegno nel mondo editoriale nella lunga storia della sua “creatura”: la Marsilio. Il libro di Marco Sassano ci propone un vasto e vivace ritratto della personalità , dell’attività e delle posizioni in vari campi di Cesare De Michelis: così emergono le sue “passioni” per Petrarca, per Manuzio, per Goldoni, per Nievo, per Giovanni Amendola, per Giuseppe Berto. Resta sempre fondamentale la sua linea editoriale: «Bisogna vendere i libri che si fanno e non fare i libri che si vendono». La lunga e scintillante storia della Marsilio ce lo insegna e ce lo ricorda. —
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