Amore, guerra e confini: The other side in prima assoluta al Mittelfest
La regista Marcela Sergi porta in scena la tragedia comica dell’autore Ariel Dorfman su frontiere reali e metafisiche. Appuntamento il 19 luglio alle 20 al Teatro Ristori di Cividale

Si ride, si ama, si vive anche circondati dalla morte. In un ambiente domestico e al contempo enigmatico e misterioso, tre attori accompagnano in un racconto grottesco e paradossale verso le nostre più intime paure, in un'allegoria del muro che separa i buoni dai cattivi, il marito dalla moglie, un figlio dai genitori, un passato dal presente, la menzogna dalla verità. In scena in prima assoluta il 19 luglio sera alle 20 al Teatro Ristori di Cividale, nella 34^ edizione di Mittelfest, Elisabetta Pozzi, Gigio Alberti e Giuseppe Sartori sono i protagonisti di “The other side”, di Ariel Dorfman, con la regia di Marcela Serli.
L’autrice cileno-argentino, la cui opera teatrale più nota è “La morte e la fanciulla” (1990), qui crea un viaggio verso l’archetipo, una tragedia comica, un ossimoro che parla di confini reali e metafisici. E la produzione della Contrada Teatro Stabile di Trieste, del Centro Teatrale Bresciano, del Teatro Nazionale di Genova e Mittelfest2025 aderisce perfettamente al tema di questa edizione della manifestazione che dal (18 luglio) al 27 luglio, anima Cividale. Quel tema è il tabù. E il senso, attraverso i diversi linguaggi del festival, come sottolineato dal suo direttore artistico Giacomo Pedini, è cercare di raccontare il presente, indagare il confine tra lecito e proibito, tra giusto e sbagliato in un momento storico traumatico per l’Europa, che con conflitti vicini e più lontani traccia nuovi scenari e nuovi equilibri.
In “The other side”, in una casa modesta in mezzo alle montagne, una coppia in età sopravvive identificando e sotterrando soldati, vittime anonime di una guerra in corso. L’annuncio improvviso della conclusione del conflitto muta il ritmo e le abitudini dei due personaggi, in un crescendo di situazioni che sfociano nell’assurdo e persino nel ridicolo. E l'arrivo di un terzo personaggio e del confine che porta con sé, cambia tutto, perché da quel momento la linea di demarcazione passerà in mezzo alla casa, al letto, alla coppia.
Sempre con la regia di Marcela Serli, “The other side”, in una coproduzione con il Teatro Stabile Sloveno di Trieste, debutterà a gennaio anche in lingua slovena, con un altro cast. La regista, dopo “La Nona” del drammaturgo italo argentino Roberto Cossa, prodotto dalla Contrada nel 2023, torna a dirigere uno spettacolo grottesco e tragicomico e al contempo di teatro civile.
Serli, nel suo percorso artistico e sin dalla sua tesi di laurea in drammaturgia contemporanea a Trieste su autori e autrici argentini che scrivono della dittatura in modo metaforico, sente fortemente temi come la repressione, il potere, i conflitti.
«L’argomento principe di “The other side” è il confine, l’alterità, il considerarsi “diversi” anche se non lo siamo. E io, di origini istriane e libanesi, di nascita argentina condivido con Dorfman l'amore verso l'ambiguità e la complessità dello sguardo. Questo spettacolo è una tragedia comica che, parlando del sopravvivere, evoca i giochi malvagi della guerra, ma che affronta anche i temi dell’amore, del contrasto generazionale e della memoria, dell’urgente necessità di non negare, non rimuovere».
L’autore ama il teatro dell’assurdo.
«E soprattutto nella prima parte dello spettacolo, ho spinto molto questi toni, la complicità persino ilare dei due protagonisti, ma ho voluto pian piano distruggere il grottesco e il surreale e arrivare sino al naturalismo, a un verismo quasi, a uno svuotamento teatrale, sempre modulando un linguaggio stilistico comune tra tre attori dai percorsi diversi».
Tra marito e moglie ci sono momenti d’amore e tenerezza.
«E in cui tra loro intercorre l’eros. Nel testo originale non sono tantissimi, ma a me piaceva sottolinearli, per quella posizione di assoluto contrasto, vitale, in cui ti pone il pensiero della morte. Al contempo anche tra loro c’è il confine, perché si creano delle discussioni create dall’incomprensione. Eppure, anche avendo idee profondamente diverse, stanno insieme, perché farlo, incontrarsi, ritrovarsi, diventa possibile attraverso l’accettazione e la reciproca tolleranza».
Scene di Maria Spazzi, i costumi di Matejka Horvat, musiche di Daniele D’Angelo, luci di Omar Scala. Info e biglietti: www.mittelfest.org
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