Villa Emma, gemma della Foresta del Prescudin

L’imponente costruzione attende un’opera di manutenzione che la riporterà agli antichi splendori

BARCIS. Foresta del Prescudin, Barcis – Valcellina. Il “Palazzo”, pallido e grande edificio, attende una manutenzione straordinaria che lo consegnerà agli antichi splendori già per la prossima stagione turistica.

Quell’immobile d’antico lignaggio ti appare all’improvviso, circondato da faggi e abeti che si aprono proprio davanti alla radura, quando finiscono i numerosi tornanti della strada forestale asfaltata, per fortuna chiusa al traffico.

Faggi, abeti, pini neri e silvestri sono molto fitti, ravvicinati, e l’obiettivo della macchina fotografica inquadra con difficoltà quell’imponente costruzione. “Villa Emma” sorge in mezzo al bosco o meglio, al centro della Foresta demaniale, sperimentale del Prescudin, gestita direttamente dalla Regione.

La piccola foresta, o grande bosco che dir si voglia, preziosa costola esterna del Parco naturale delle Dolomiti friulane, era un possedimento dei signori di Montereale fin dai tempi del Patriarcato d’Aquileia. Le prime notizie su quel luogo risalgono al 1366.

I conti di Montereale mantengono la loro proprietà sotto la Repubblica veneta e, dopo un momentaneo esproprio subito durante l’occupazione napoleonica, ne rientrano in possesso grazie alla restaurazione austriaca.

Successivamente all’unità d’Italia, nel 1883, il sito del Prescudin viene ceduto dai conti Montereale–Mantica al conte Girolamo Cattaneo che decide di dare al bianco “Palazzo” il nome di “Villa Emma”. Per secoli la fame ha duramente segnato tutta la Valcellina e, per secoli, sopra Arcola di Barcis, la Foresta del Prescudin - toponimo che le deriva dal torrente che l’attraversa – è stata teatro di caccia, più o meno di frodo, al camoscio.

Dopo le compravendite nobiliari, nel 1941 la foresta diventa proprietà della Società anonima Prescudin che, nel 1956, la cede all’Azienda di Stato per le foreste demaniali, cui va il merito di avere realizzato una vasta azione di rimboschimento, destinata a realizzare un comprensorio forestale modello.

Si arriva così, nel 1973, all’ultimo trasferimento: dallo Stato alla Regione Fvg. E viene istituita la Riserva naturale della foresta del Prescudin, con il Centro di osservazione ambientale. Si tratta di un laboratorio permanente che accerta le caratteristiche dei fenomeni idrologici, determinando i rapporti fra le piogge e le piene dei torrenti.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto