Il vecchio e il mare: Sebastiano Somma celebra Hemingway con un reading

Mercoledì 25 giugno a Cinecity si esibirà con Fabbriciani. «Un capolavoro che si adatta a ogni epoca»

Gian Paolo Polesini
Sebastiano Somma a Cinecity presenterà il reading Il vecchio e il mare con il flautista Roberto Fabbriciani
Sebastiano Somma a Cinecity presenterà il reading Il vecchio e il mare con il flautista Roberto Fabbriciani

Ernest è il trascinatore del Novecento letterario con buona pace di altri abilissimi narratori. Hemingway meglio di altri, poi i gusti variano come le opinioni, riuscì a riprodurre il sentimento della sua epoca contando su molte variabili. Pulitzer e Nobel a lui consegnati simboleggiano la grandezza di un romanziere che fu reporter — oltre ad avventuriero, pugile, spia, eroe di guerra — e, quindi, il miglior mestiere possibile per consentire di traghettare la nuda cronaca nell’artificio.

Senza scordarci il rilievo del suo tempo di vita favorevole ai geni dell’arte come mai accadde prima e né tantomeno ora. Hemingway a Parigi fu abituale frequentatore della Generazione perduta di Gertrude Stein (c’è un assaggio degli storici momenti nel film di Woody Allen “Midnight in Paris”) che sfoggiava nel circolo nomi pazzeschi: Pablo Picasso, F. Scott Fitzgerald e James Joyce. Non è difficile comprendere come in quegli anni fosse consentita l’immortalità a certi abitanti di quei luoghi sacri.

Il Premio Hemingway ha un dovere preciso da quarant’anni: individuare nel mondo personalità altrettanto forti che incarnino lo spirito coriaceo dello scrittore. Quest’anno sarà il numero 41 della rassegna, a Lignano dal 26 al 28 giugno, e l’idea d’invocare la prosa, creando così un prologo inaspettato, è stata del Comune lignanese per volontà della consigliera con delega alla cultura Donatella Pasquin. Ed è così che mercoledì 25 giugno, alle 20.45 al Cinecity di Sabbiadoro, il palcoscenico sarà lo spazio scelto per un affascinante reading: “Il vecchio e il mare”, 1952, opera che ha oltrepassato il secolo scorso portandosi appresso temi universali. Protagonista e ideatore della messinscena è Sebastiano Somma, attore sensibile ai racconti essenziali. Lo affiancherà un’eccellenza della musica mondiale: il flautista Roberto Fabbriciani. Per il ruolo del giovane Manolin dietro il leggio ci sarà Francesco Gojak.

Somma, nell’instancabile ricerca di un artista che punta a opere performanti da affidare a un contemporaneo affollato, come fu il contatto col pescatore di marlin?

«Nella rilettura individuai la stessa passione di quando affrontai il libro da giovane. Il piccolo volume mi capitò fra le mani mentre fuori casa il Covid impose il silenzio alle città italiane. Sfruttai l’isolamento per studiare e mi chiesi se una messinscena avrebbe potuto raggiungere molti spettatori che del vecchio Santiago avevano perso le tracce. I classici spesso tornano, ma altrettanto spesso s’impolverano. E a qualcuno viene affidato, ogni tanto, il compito di spolverare».

Il motivo che vinse su tutti?

«Sappiamo quanto i capolavori riescano ad adattarsi a ogni periodo storico, così è per “Il vecchio e il mare” che trattiene sensazioni con cura. La solitudine di un uomo, sentimento diffuso nel terzo Millennio, la lotta, il coraggio, il rispetto per la Natura, il rispetto per il tuo avversario e l’orgoglio di chi non molla mai. Indicazioni ideali per un’esistenza di principi e ragionamenti che infondono e diffondono un senso civile a chi è disposto a riceverli. E c’è il rapporto giovane/vecchio oggi quasi estinto. Dico quasi perché voglio conservare una speranza».

Al suo fianco, per questa perigliosa uscita in mare, il flautista più celebrato: Roberto Fabbriciani.

«E di questo ne vado fiero. Ogni allestimento del passato contemplava una colonna sonora live e, nel passato, si sono alternati pianisti, violinisti e violoncellisti. Roberto è stata una sorpresa. Quando ne parlammo m’illuminai alla sua determinazione di partecipare al progetto. Per molte repliche è stata mia figlia Cartisia a interpretare Manolin, ora che lei è impegnata altrove ho ritrovato il talento di Francesco Gojak. Con loro mi sento al sicuro».

Qualcuno l’ha avvistata in Veneto di recente, Sebastiano, forse a Jesolo?

«Sto girando alcune scene con i ciak di Pupi Avati, un onore per me. Il film s’intitola “Nel tepore del ballo” con Massimo Ghini, Isabella Ferrari, Lia Sastri, Giuliana De Sio, Raoul Bova, un cast importante per un’opera che ancora una volta diffonderà tutta la grande sensibilità di uno dei maestri italiani più amati». 

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