Vasco Rossi? «Lui è un monumento all’aggregazione giovanile»

UDINE. Poche parole, poche e perfette per arrivare al cuore, insieme alla musica. Vasco è un’impressionista della parola. Monet catturava gli attimi fuggenti e li riproduceva su tela con pennellate brevi e veloci. Allo stesso modo il provocautore di Zocca, con pochi vocaboli, tratteggia perfettamente persone e stati d’animo.
E poi ci sono gesti ed espressioni, attentamente studiati, perché per comunicare, a volte, non bastano le parole. In questo modo il Blasco ha stregato il suo pubblico.
Negli anni ’80 ha introdotto nel panorama musicale uno stile espressivo nuovo, unico e ancora insuperato. È stato protagonista di una vera e propria rivoluzione musicale, che ha spinto l’Università Iulm di Milano a conferirgli, nel maggio 2005, la laurea honoris causa in scienze della comunicazione, riconoscendolo protagonista di una rivoluzione con significativi connotati sociali e relazionali.
«I concerti di Vasco sono eventi di eccezionale portata emotiva e aggregativa – si legge nelle motivazioni del riconoscimento –. Essi rappresentano per il “suo” popolo un’occasione per incontrarsi, riconoscersi e provare emozioni. Musicista e poeta, Vasco ha toccato temi del privato che fanno parte del tessuto sociale e arrivano direttamente a colpire la sensibilità dei giovani».
Un grande comunicatore Vasco. Personaggio discusso ma sempre libero da ogni inquadramento politico e ideologico, « ha mostrato una eccezionale capacità di gestire la sua immagine, cosí come la sua vita, con discrezione, intensa umanità ed efficacia. Sempre vicino ai piú giovani, Vasco rappresenta un modello di professionalità per chi sogna il successo, e di discrezione e riservatezza per chi lo ha raggiunto».
Per la rockstar di Zocca la laurea è arrivata in età adulta. I suoi genitori l’avevano tanto agognata, al punto da spingerlo a iscriversi alla facoltà di Economia di Bologna. Facoltà che ha abbandonato due anni dopo, per passare al corso in Pedagogia, che non ha mai concluso.
Nella musica ha trovato la propria strada e la propria dimensione. Grazie alla musica ha scoperto di avere grandi doti comunicative.
«Toccare il cuore della gente è quello che ho sempre cercato di fare e quando ci sono riuscito è stata la mia piú grande soddisfazione– disse alla Iulm il giorno della laurea –. Ringrazio il cielo e la chitarra. La chitarra appunto, perché è quella che mi ha permesso di comunicare, di arrivare fin qui, di mettere in musica i miei disagi, le mie disillusioni, le mie ferite e il mio malessere. Per il resto io non ho un buon rapporto nemmeno con il telefono. Quante volte vorrei dire, urlare, ma mi sembra che non mi venga fuori la voce. Perché senza la musica io mi sento senza voce, impotente».
Con il boom dei social network Vasco ha poi trovato un ulteriore modo di comunicare con i suoi fan. Da sei anni sul diario di Facebook pubblica post quasi quotidiani, in cui racconta i suoi problemi di salute, lancia frecciatine a colleghi e amici.
Sulla sua bacheca ha annunciato le proprie nozze con Laura Schmidt e il “divorzio” da Maurizio Solieri. Poche interviste, pochi filtri e contatto diretto con il suo pubblico.
Uno spazio condiviso, dove raccontare la vita cosí come gli appare, dove parlare di politica e della società, dove trasmettere “le sue esperienze e le sue consapevolezze”, dove “materializzarsi”, per usare le parole dei suoi fan. E anche ieri, per la tappa lignanese che darà avvio al suo tour, Vasco non ha dimenticato di postare messaggi e fotografie e anche un messaggio video.
Accanto ai post, infatti, sono arrivati poi i clippini, tanto contestati, ma anche molto amati dal suo pubblico. Comici, ironici, surreali e spesso sopra le righe, hanno riscosso cosí tanto successo da indurlo ad aprire un canale Youtube.
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