Va restituito l’onore ai soldati vittime delle fucilazioni sommarie

La vicenda dei quattro alpini friulani passati per le armi a Cercivento l’1 luglio 1916 per aver contestato l’ordine di attaccare la vetta del Cellon senza copertura di artiglieria e in pieno giorno è ormai patrimonio culturale e della memoria della nostra regione.
Durante la Prima guerra mondiale l’esercito italiano ha registrato il più alto numero di fucilazioni sommarie e decimazioni “per l’esempio”. Il movimento che dagli anni Ottanta ha cercato la via per riabilitare, come è stato fatto in altri Paesi europei, i soldati condannati ingiustamente o illegittimamente alla pena capitale non è riuscito a ottenere alcun provvedimento formale che potesse, se non “restituire l’onore” ai condannati a morte, quantomeno recuperarli alla conoscenza e alla memoria civile. Nel 2015 è stato avviato in Parlamento un percorso legislativo in tal senso, che si è tuttavia arenato nel corso della medesima legislatura.
Nel maggio del 2021 il Consiglio della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha approvato all’umanità una legge “per la riabilitazione storica attraverso la restituzione dell’onore dei soldati nati o caduti”, nel territorio attuale della regione, “condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della Prima guerra mondiale”.
La legge, promossa e voluta fortemente dal Presidente Piero Mauro Zanin, ha istituito una “Giornata regionale della restituzione dell’onore” da celebrare l’1 luglio di ogni anno e, al tempo stesso, ha dato vita a una Consulta storica sulle fucilazioni e decimazioni per l’esempio (nominata su indicazione delle Università di Udine e Trieste e della Presidenza del Consiglio regionale) volta ad approfondire la conoscenza di questi temi e a promuoverne la memoria. La legge rappresenta un unicum a livello nazionale e ambisce ad essere apripista per iniziative simili, nonché stimolo per le Istituzioni a tenere aperto il dossier della riabilitazione, anche solo simbolica.
L’1 luglio di quest’anno, a Cercivento, si è dunque ricordato, con una riunione della Conferenza dei capigruppo e dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale nella sala municipale del Comune, la fucilazione di Silvio Gaetano Ortis, Giovanni Battista Coradazzi, Basilio Matiz e Angelo Primo Massaro. L’impegno è quello di ripetere negli anni una cerimonia di omaggio e memoria nei quattro Comuni di provenienza degli alpini: Paluzza, Forni di Sopra, Timau e Maniago.
La Consulta storica regionale, presieduta da Guido Crainz, da Stefano Santoro per l’Università di Trieste e da chi scrive per quella friulana, ha organizzato per oggi, all’Università di Udine, alle 14.30, nella sala del consiglio di Palazzo di Toppo Wassermann (via Gemona 92) il convegno di studi “Non solo Cercivento. Le fucilazioni per l’esempio in Friuli Venezia Giulia durante la Prima guerra mondiale”.
Introdotto dalla presentazione di Guido Crainz e dalla relazione di Nicola Labanca dell’Università di Siena, uno dei massimi studiosi di storia militare del Novecento, il convegno intende fare il punto sui lavori della Consulta e, come si desume dal titolo, allargare il campo degli studi al caso, già noto, della decimazione della Brigata Catanzaro a Santa Maria la Longa e ai fatti, questi meno noti, di Villesse, nei quali furono coinvolti civili.
Parteciperanno all’incontro Irene Guerrini, e Marco Pluviano del “Collectif de recherche international et de débat sur la guerre de 1914-1918”, Paolo Gubinelli, sostituto procuratore della Repubblica di Ancona, Giulia Sattolo dell’Università di Udine e Lucio Fabi della Cineteca del Friuli.
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