Una porta aperta sul mondo delle ombre per scoprire un Friuli che mette i brividi

“Fantasmi tra noi” è la nuova pubblicazione di Lucia Burello che ha ispirato anche la rubrica sul Messaggero Veneto

udine. È in libreria l’ultima avventura editoriale di Lucia Burello dal titolo: “Fantasmi tra noi. Il mistero nelle confessioni dei friulani di oggi” (Gaspari editore).

Dopo aver ascoltato le storie di molti corregionali protagonisti di esperienze sconcertanti e misteriose, l’autrice udinese le ha raccolte in questo volume decisa a iniziare con i lettori un viaggio nel mondo del paranormale, accompagnati da coloro che hanno avuto il privilegio o la sfortuna di incontrare un fantasma. Oltre a 22 storie che hanno davvero dell’incredibile, il libro dedica numerose pagine alle apparizioni che hanno interessato la nostra regione, partendo dalle cronache di antichi quotidiani. Si tratta di una panoramica puntuale e accattivante sullo spiritismo “di casa nostra”, dove poco spazio viene dato alla leggenda.

Tra queste pagine, inoltre, spicca un documento straordinario: un carteggio datato 1860 tra il giurista friulano Pietro Ellero (1833-1933) e tale P.A Cicuto di Portogruaro. Se il primo, di idee positiviste, condannò la superstizione e il paranormale, il secondo, con squisita e rara eloquenza, difese il magico a spada tratta. L’epistolario, dunque, scovato per caso dall’autrice, evidenzia le profonde contraddizioni del XIX secolo anche in materia di spiritismo. Non di rado, infatti, la scienza si fece sedurre dalla trascendenza e dal mistero e anche in Friuli gli spettri divennero materia di scontro all’interno del mondo scientifico, religioso e filosofico.

«Misurarsi con i “propri” fantasmi non è affare da tutti i giorni. – scrive al proposito lo scrittore e cantautore Luigi Maieron – è attività impegnativa, prevede capacità di osservazione e misura. Prevede che realismo e fantasia si uniscano per regolare le ombre che ci girano attorno. Lucia Burello non se l’è sentita di lasciare “giacer nel buio” i misteri della nostra terra, e li ha raccolti. Armata del suo piccone a forma di penna ha scavato per riportare alla luce vicende di anime erranti, di presenze misteriose, di ectoplasmi e visioni. Ha agito con attenzione, entrando in una dimensione scomoda con tratto ragionevole: quello del “tutto possibile” dove, come lei dice, non basta l’intelletto e il pensiero, ma serve il sentire. Si è rifatta al concetto di Norberto Bobbio: “La cultura non ha il compito di raccogliere certezze, ma seminare dubbi”. La Burello racconta i fatti senza enfasi, apre le porte di abitazioni con cattive reputazioni e ci presenta i fantasmi che vi abitano. Non dà giudizi, avanza con leggerezza, attenta ai dati di fatto, ma senza votarsi a conclusioni solo scientifiche. L’impossibile diventa possibile e alimenta i dubbi, viene a dirci che sappiamo poco della vita e del dopo. L’autrice scandaglia, ascolta, valuta, considera il mistero con cura. Perché esso cammina con noi. Si lamenta perché non è più considerato come un tempo, la modernità gli ha spostato i confini. La scienza non vuole che giri a suo piacere e lo delimita. Con il suo metro fa da sarta e prende le misure di ogni fantasma. Ma noi uomini, diceva Carlo Sgorlon, siamo sempre, per destino, pellegrini del mistero».

Ricordiamo che il libro sarà presentato giovedì 5 settembre alle 18.30, nella terrazza del ristorante Alla Tavernetta di Remanzacco. Interverranno, oltre all’autrice, lo storico Angelo Floramo, l’attore Claudio Moretti e il cantautore Rocco Burtone. —

R.M.

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