Una nuova serie di Matteo Oleotto racconta i giovani secondo Enrico Galiano
Il regista sta girando a Gorizia otto puntate che andranno in onda su RaiPlay. La produttrice Verdiana Bixio: «In regione serve un polo per l’audiovisivo»

Le riprese di “Eppure cadiamo felici” termineranno sabato 12 novembre. Il regista Matteo Oleotto sta intanto continuando a girare. È il capoluogo isontino a ospitare il set per la stragrande maggioranza, ma pure i comuni di Gradisca, Farra e Nova Gorica sono coinvolti nelle operazioni. Il legame di Oleotto con la città dov’è nato, quindi, si conferma pienamente: aveva già utilizzato alcune sue location per “Zoran, il mio nipote scemo”, per le due serie di “Volevo fare la rockstar”, per “Mai scherzare con le stelle” e per “Se mi lasci ti sposo”. Quest’ultimo è un film che, racconta Matteo, “dovrebbe uscire entro l’anno su Rai 1”.
“Eppure cadiamo felici”, tratto dal libro di Enrico Galiano, si potrà invece vedere l’anno prossimo: prima su Rai Play, in otto puntate da 25 minuti l’una; in seguito, verrà trasmesso da Rai 2, in due serate da 100 minuti.
Ieri, alla mediateca Ugo Casiraghi, si è fatto il punto della situazione. Con Oleotto, c’erano la produttrice Verdiana Bixio, la coordinatrice di Fvg Film Commission Chiara Valenti Omero, gli attori Gaja Masciale e Costantino Seghi. Anche il sindaco Rodolfo Ziberna e l’assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Oreti, hanno portato un saluto al regista, profeta in patria.
Nel complesso, tra attori e comparse, sono 400 le persone impiegate per “Eppure cadiamo felici”, quasi tutte provenienti dal Friuli Venezia Giulia. Le maestranze sono poi formate da circa 80 lavoratori, per la maggior parte da fuori regione.
«Gorizia può dare tanto al racconto cinematografico - ha affermato Oleotto -. E poi è una città che, per chi fa il mio mestiere, è molto comoda: sono libero di concentrarmi sul lavoro, non sulla logistica. Per esempio, in una giornata posso fare due-tre cambi di location. Inoltre, amo vedere Gorizia attraverso gli occhi di quanti collaborano con me».
Nel leggere il libro di Galiano, la scelta sul capoluogo isontino è quindi venuta naturale. «Si tratta di una storia ambientata in regione – ha ancora detto il regista – e a Gorizia, i suoi sapori erano già pronti: insomma, non c’era bisogno di fare particolari ricerche».
La serenità che caratterizza le riprese è stata evidenziata da più parti. «Sono stato definito un leader gentile. Altri miei colleghi sono severi dal primo minuto: mettono una distanza tra loro e gli attori. Poi, tutto fila liscio. Il mio approccio, però, è diverso. E poi la gentilezza genera gentilezza» ha aggiunto Oleotto.
«La produzione si sta trovando benissimo e anche il nostro rapporto con la Fvg Film Commission è estremamente positivo – ha quindi detto Verdiana Bixio – al punto che mi sento di lanciare un’idea: la creazione, in Friuli Venezia Giulia, di un centro nevralgico, che possa ospitare, oltre alla produzione, la sartoria, l’attrezzeria e tutti gli altri elementi fondamentali per la realizzazione di un prodotto cinematografico e televisivo. Insomma, una Cinecittà, un polo dell’audiovisivo per il grande e per il piccolo schermo».
Da parte sua, Chiara Valenti Omero ha definito l’idea «un input importante, uno degli obiettivi a cui Fvg Film Commission, con la Regione, sta peraltro già da tempo lavorando». Se son rose fioriranno.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto