Il mondo fantastico di Eva Daffara: la fumettista friulana all’esordo con una graphic novel

Il libro si intitola Lindy Hop dall’aldilà”. «Una storia stravagante e avventurosa che affronta il tema della solitudine»

Viola Perissutti
L’udinese Eva Daffara, autrice della graphic novel d’esordio Lindy Hop dall’aldilà
L’udinese Eva Daffara, autrice della graphic novel d’esordio Lindy Hop dall’aldilà

Fumettista e illustratrice, Eva Daffara è nata in provincia di Udine nel 1998. Dopo aver frequentato il Liceo artistico Sello, nel 2023 si è diplomata in Linguaggi del fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua tesi di laurea - ma anche graphic novel d’esordio - si intitola “Lindy Hop dall’aldilà” (Eris Edizioni) e ha vinto la seconda edizione della borsa di studio della Fondazione Tuono Pettinato, che ne ha permesso la pubblicazione.

«Mi è sempre piaciuto raccontare storie, creare personaggi, dare forma al mio mondo immaginario – racconta –. Fin da piccola, fumetto e illustrazione sono stati i mezzi con cui ho espresso i miei scenari immaginari, che sono in un certo senso una caricatura del mondo reale: provengo dalla provincia friulana e trovo molto più naturale rappresentare comunità chiuse, realtà di paese, in uno stile tendente al fantastico e al grottesco.»

Che cosa significa il titolo “Lindy Hop dall’aldilà”?

«Lindy Hop dall’aldilà racchiude diversi significati. Il Lindy Hop è un tipo di ballo swing di origine afro - americana, energico e vivace, che si balla in coppia e che mi ha da sempre affascinato, sebbene io non abbia mai preso una lezione di danza. La storia del mio graphic novel, narrata con ritmo incalzante, è corale e include ben sei protagonisti, anche se tutto l’andamento delle vicende è basato su coppie di personaggi, esattamente come nel Lindy Hop. Dall’aldilà, invece, perché il contesto che ho rappresentato è una provincia immaginaria. Accabarì è un paese diroccato, un collage di borghi toscani e friulani, scavato nella roccia, lontano dalla civiltà, sperduto in una dimensione senza tempo».

Le figure misteriose delle Entroydi sono tra gli elementi più affascinanti che ha inserito nella storia. Che significato assumono?

«I sei protagonisti sono legati da un filo invisibile rappresentato dalle Entroydi, angeli giganti e deformi, creature fantastiche e misteriose. Alcuni abitanti credono che queste “statue” veglino sulle loro vite, altri che le influenzino, guardando in modo distaccato il mondo attorno, portando fortuna o sfortuna a seconda dei casi. Le Entroydi non soltanto hanno contribuito a delineare l’estetica straniante del paese di provincia che ho rappresentato, ma hanno costituito un elemento di mistero anche per me: non si sa da dove provengano né chi le abbia create, ma ciò che è certo è che i sei personaggi, tutti accomunati dalla solitudine e dalla ricerca di un significato in un mondo che sembra sempre più distante e materialista, si imbattono nelle Entroydi cercando in esse una risposta».

Che cosa voleva lasciare ai lettori con questo graphic novel?

«Mi piace pensare che lettori diversi possano leggere Lindy Hop dall’aldilà e vederci rappresentata una sorta di commedia umana, una storia stravagante e avventurosa che affronta il tema della solitudine e della difficoltà degli uomini a trovare uno spazio nel mondo capitalista come quello in cui viviamo, dove la vita è un’incognita dettata dalla precarietà e dall’instabilità. Eppure, volevo toccare queste tematiche in maniera nuova, con una commistione tra black humor, avventura e critica sociale: cerco di far ridere e al tempo stesso di inquietare, con elementi perturbanti che mi servono non solo a raccontare storie, ma anche a esorcizzare i problemi della realtà contemporanea».

Nonostante sia il suo esordio come autrice, Lindy Hop dall’Aldilà ha ottenuto un grande successo. Ha già in mente nuove storie da raccontare?

«Avevo tantissimi pensieri su Lindy Hop dall’aldilà: è un fumetto di genere grottesco, che non parla di temi di tendenza, nel quale racconto di me, eppure non autobiografico. Sono molto contenta del successo che ha ottenuto e sto già lavorando ad un nuovo progetto su uno dei suoi sei personaggi, ma in futuro mi piacerebbe anche proporre alcune storie legate all’illustrazione per l’infanzia, utilizzare il mio immaginario stravagante e avventuroso per adattarlo a un tipo di pubblico diverso, per vedere fino a dove può condurmi la mia immaginazione». —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto