Una Maria Maddalena raccontata senza tabú

Masaccio l’ha resa l’icona della disperazione e della passione, raffigurandola di spalle nella crocifissione del Polittico di Pisa: braccia alzate, avvolta in un mantello rosso fuoco e con una...
Masaccio l’ha resa l’icona della disperazione e della passione, raffigurandola di spalle nella crocifissione del Polittico di Pisa: braccia alzate, avvolta in un mantello rosso fuoco e con una fiammata di lunghi capelli dorati. Peccatrice e santa, Maria Maddalena, detta anche Maria di Magdala è una figura che ha colpito particolarmente la fantasia degli artisti e l’immaginario comune fino ai giorni nostri. Ma in che misura santa e in che misura peccatrice se non addirittura amante di Gesù?


Se ne parlerà a Udine in due incontri organizzati dal Centro culturale Paolino di Aquileia domani e giovedí 18 gennaio (entrambe le volte alle 18 in via Treppo 5/B) in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Udine e l’introduzione della professoressa Emanuela Colombi, con due relatori d’eccezione: Edmondo Lupieri, professore di Teologia alla Loyola University di Chicago, e don Alessio Geretti, curatore delle mostre del Comitato di San Floriano di Illegio.


Il primo appuntamento è con un libro, quello scritto dallo stesso Lupieri e uscito nel 2017 per Carocci editore dal titolo “Una sposa per Gesù. Maria Maddalena tra antichità e postmoderno”. Il secondo, con Geretti, sarà un incontro interamente incentrato sull’arte e dedicato a La fortuna iconografica della Maddalena.


«Questa donna - così Geretti - ha sempre avuto un grande fascino nella tradizione cristiana e anche un po’ nella fantasia popolare già dall’epoca antica quando alcuni testi apocrifi hanno creduto di poterle attribuire ruoli particolari nella storia della rivelazione. Una lettura completamente sfalsata del cristianesimo reale che però ha alimentato strane fantasie anche su un rapporto d’amore di coppia tra Maddalena e Cristo».


Geretti proporrà una carrellata di opere d’arte a partire dall’ottavo secolo fino ai primi anni del Novecento ripercorrendo la fortuna iconografica della Maddalena «tra retta fede e immaginazione/ confusione/ simbolismo/ licenza un po’ borderline perché c’è una iconografia canonica a lei dedicata, dal “Noli me tangere” alla Maddalena sotto la croce e che si reca al sepolcro con le pie donne o alla sua semplice rappresentazione con gli unguenti come attributi; e poi c’è la Maddalena successiva alla vicenda evangelica quella che andrà in Provenza che si dedicherà alla vita contemplativa di ascesi, nuda e vestita solo dei suoi lunghissimi capelli».


La lettura iconografica e il libro «romanzescamente aperto e accattivante» andranno di pari passo «senza pretendere di sciogliere del tutto la questione su chi sia la vera Maddalena».


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