Un talento ingovernabile che ha stregato la musica

Il cantante trovato morto nella sua casa di Minneapolis. Giorni fa un malore Aveva 57 anni. Dalla fine dei ’70 ha mixato i più svariati generi, dal soul al funk
Di Andrea Visconti

di Andrea Visconti

NEW YORK

Choc negli Stati Uniti e in tutto il mondo per l’improvvisa notizia della morte di Prince. Il cantante è morto giovedì all’età di 57 appena pochi giorni dopo avere tenuto un concerto ad Atlanta. Ottanta minuti nel corso dei quali né la sua voce né la sua performance avevano dato alcuna indicazione che ci fossero gravi motivi di salute.

Eppure quattro giorni prima di morire aveva pronunciato una frase che ora sembra essere un presagio: «Aspettate qualche giorno prima di dire preghiere a vuoto», aveva detto il cantante-compositore sabato sera nel corso di un party che aveva organizzato all’ultimo minuto.

Il party si era tenuto in Minnesota, dove abitava e dove è avvenuta la sua morte. Un’ambulanza era intervenuta appena pochi minuti prima con il personale medico che aveva tentato di salvare Prince con la respirazione artificiale. Non c’era più nulla da fare. L’ora ufficiale del decesso è stata alle 9.49.

Il party era stato annunciato dal divo stesso attraverso Twitter e si era tenuto ai suoi Paisley Park Studios nella cittadina di Chanhassen. Prince non si era esibito ma era salito sul palcoscenico e aveva detto quelle parole che nessuno pensava significassero che la fine era vicina.

La causa del decesso non è stata rivelata, alcune fonti si sono limitate a evidenziare una generica influenza di cui l’artista soffriva da alcune settimane. Un malessere così serio comunque da costringere il cantante ad annullare due concerti previsti ad Atlanta. Erano stati posticipati a giovedì scorso quando Prince era andato in scena al Fox Theater, l’ultima tappa della tournee “Piano and a Microphone Tour”. Alle 23 era salito sul suo aereo privato per tornare in Minnesota, ma dopo due ore di volo le sue condizioni si erano aggravate e il pilota aveva fatto un atterraggio d’emergenza in Illinois. Prince era stato ricoverato al pronto soccorso ma tre ore dopo il volo era ripreso.

Il 7 giugno Prince avrebbe compiuto 58 anni. Una carriera iniziata nel 1978 col primo successo “For You” che l’anno successivo vinse il riconoscimento di “album di platino”. Iniziò la sua scalata verso l’Olimpo della musica rock e R&B e nel 1984 con “Purple Rain” Prince raggiunse lo status di superdivo internazionale. Una reputazione che veniva anche dalle parole delle sue canzoni con chiare allusioni sessuali mentre sul palcoscenico il cantante portava la sua immagine androgina e provocatoria. Trucco, calze a rete, corsetti inizialmente appoggiato da un contratto con la Warner Records con cui il rapporto degenerò fino a diventare un imbroglio legale. Fu in quel periodo che temporaneamente prese le distanze dal suo nome d’arte facendosi conoscere semplicemente con un impronunciabile simbolo, che per lui stava a significare “amore”.

Fu nel 2000 che si riappropriò del nome Prince continuando una carriera che complessivamente gli ha fatto vendere oltre 100 milioni di album. Un’enorme collezione musicale destinata a continuare a sorprendere i suoi fan anche dopo la morte. In una volta blindata in Minnesota sono conservati spartiti musicali che Prince ha scritto nel giro degli anni ma mai registrato.

Si ripete così quanto avvenne con Jimi Hendrix, uno dei musicisti che più hanno ispirato Prince: dopo la sua morte fu pubblicato un grande numero di brani inediti.

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