Udine celebra l’artista Giuseppe Zigaina

A Casa Cavazzini si inaugura la sala permanente. Un tributo al talento e all’impegno civile del grande protagonista del realismo italiano

Elena Commessatti
Udine celebra l’artista friulano Zigaina
Udine celebra l’artista friulano Zigaina

È permanente. Un’intera sala dedicata a Giuseppe Zigaina, grande artista friulano, nell’anno di “Zigaina 100/Anatomia di un immagine”, compare da oggi – e per sempre – dentro Casa Cavazzini, a Udine, il bel museo d’arte moderna e contemporanea della città. L’inaugurazione è prevista venerdì 24 maggio alle 17.30, a cui seguirà una conferenza tenuta dalla responsabile del museo Vania Gransinigh e organizzata dall’Accademia Udinese di Scienze Lettere e arti, legata all’importanza del prestigioso inserimento nelle collezioni civiche.
La realizzazione di Sala Zigaina è il necessario tributo al talento e all’impegno civile del grande protagonista del realismo italiano nel secondo Dopoguerra.

L’iniziativa di Casa Cavazzini si inscrive in “Zigaina 100/Anatomia di una immagine”, il corposo progetto annuale a cura di Francesca Agostinelli e Vanja Strukelj e sostenuto dalla Regione, che ha conosciuto il 3 maggio il felice esordio alla Stamperia d’Arte Albicocco con un evento ancora in corso: “La metamorfosi tra inchiostri e anatomie” (fino al 29 giugno) e con cui si è inaugurato il primo evento della brillante edizione di “vicino/lontano” di quest’anno.
Sala Zigaina, curata da Vania Gransinigh, con carattere permanente, è una dedica all’artista, non una mostra. In esposizione otto dei venti pezzi di proprietà dei Civici Musei, di cui alcuni sono donazioni.
Ricordiamo innanzitutto la monumentale opera “Assemblea dei braccianti sul Cormor”, considerato il suo capolavoro, che racconta un momento dello sciopero a rovescio messo in atto dai braccianti della bassa friulana nell’estate del 1950. Esposto alla XXVI Biennale di Venezia nel 1952, sostenuto anche da una serie di disegni che furono protagonisti in diverse mostre italiane e da testi dello stesso Zigaina rivolti ai braccianti, divenne il manifesto delle lotte dei lavoratori della terra in Friuli.

Di notevole importanza anche le due tavole intitolate “Uomini che uccidono cavalli” realizzate nel 1948 nella memoria del quadro che Zigaina diceva “della mia vita”: quella parte cioè della “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello conservata agli Uffizi. Occupa la terza parete l’opera “Alessandra e la stella filante”, realizzata da Zigaina nel 1966 ed esposta quell’anno nella sala personale dell’artista alla XXXIII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia insieme ad altre sedici opere allora recentissime. Pubblicata in catalogo, fece parlare di “pittura realistica ed orfica”, mentre alcuni anni dopo lo stesso Zigaina affermò l’ingresso nella sua pittura degli anni Sessanta di “un’altra parte della realtà”, più intima e personale. Un nucleo di disegni dedicati al tema della “Donna assassinata” e del “Dormitorio” chiude Sala Zigaina che cronologicamente si ferma agli anni Sessanta.

Il corpus delle opere di Zigaina porta a ricordare il mecenatismo. Di Antonio Marangoni anzitutto, il cui lascito consentì una politica di acquisizioni, tra cui nel 1948 di Uomini che uccidono cavalli e nel 1988 la tela dei Braccianti del Cormor. Ricorda un mecenatismo sensibile come quello del grande collezionista triestino di origine greca Socrate Stavropulos e quello di Alba e Livio Fontana, collezionisti di Monfalcone alla cui generosità Udine deve “Dal Colle di Redipuglia. Farfalla e anatomia” del 1973, una grande tela che si trova esposta al primo piano, fuori dunque dalla sala, e che evoca un capitolo storico legato alla tragedia della prima guerra mondiale.
Ancora vale ricordare il nucleo di disegni donati da Bianca Marini Solari mecenate ed eroina, moglie dell’imprenditore e senatore Fermo Solari come l’impegno degli Amici dei Musei di Udine che nel 1971 donò un disegno ai Civici musei legato al Colle di Redipuglia.
Altro evento: mercoledì 29 maggio al Visionario alle 18, 30, si svolgerà l’anteprima del filmato Rai dedicato dalla regista Antonia Pillosio a Giuseppe Zigaina. In cinquantaquattro minuti il maestro verrà ricordato nelle parole di numerose figure che lo conobbero e frequentarono. Fondamentale l’intervista della figlia Alessandra. —

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