A Udine arriva Cime Tempestose: a teatro l’adattamento di Martina Badiluzzi
Lo spettacolo, tratto dal romanzo di Emiliìy Bronte, venerdì 7 e sabato 8 febbraio sul palco del Teatro San Giorgio. La regista udinese: «Una storia di due giovani che abbandonano fantasmi e paure»

Cime tempestose di Emily Bronte, edito per la prima volta nel 1847 è il grande romanzo del romanticismo ottocentesco europeo. Racconta di una tormentatissisma e infelice storia d’amore che ha fatto piangere e fremere generazioni di giovani fanciulle allo sbocciare della loro giovinezza. La storia è quella tra l’aristocratica Catherine e il trovatello Heathcliff che la differenza di classe impedisce di realizzarsi a pieno.
I due sposeranno altre persone, per ritrovarsi dopo un’esistenza vissuta nel rimpianto, nella gelosia nella vendetta e nell’orgoglio, a condividere l’eternità in due tombe vicine sul limitare della brughiera che circonda la casa dal nome che dà il titolo al romanzo. Spetterà ai giovani Cathy, figlia di Catherine e di Eduard che ha sposato pur senza amarlo affascinata dalla sua ricchezza e belle maniere, e Hareton, un figliastro di Heathcliff, rompere gli incantesimi di infelicità, follia e passioni sconvolgenti; e, abbandonata la casa ormai preda di fantasmi e ricordi tragici, affrontare la vita nel segno di un amore finalmente libero di realizzarsi.
Ed è proprio da qui, dalla relazione amorosa dei due giovani che parte l’adattamento teatrale di questo intrigato romanzo che la giovane attrice e regista udinese Martina Badiluzzi ha realizzato in una produzione Css e RomaEuropa Festival che andrà in scena perla stagione di Teatro Contatto/Real Life, venerdì 7 e sabato 8 febbraio alle 21 al Teatro San Giorgio di Udine. «Il punto di vista che abbiamo preso per mettere in scena questo romanzo enorme è proprio quello dei due giovani – conferma Badiluzzi che si dice felice di essere di nuovo a casa – .
I due giovani che sul finale del romanzo si allontanano dalla casa ormai infestata dai ricordi e dalla violenza del loro passato per costruire il futuro, due giovani, così Bronte, che non hanno paura di niente. E da lì che siamo partiti a ritroso, come se questi due giovani, che in scena hanno la voce e il volto di due talentuosi attori Arianna Pozzoli e Loris De Luna, tornando in quella casa ormai in declino preda di fantasmi e di paure, facessero rivivere le storie dei personaggi che li hanno preceduti. Storia, la loro di come due giovani che non hanno visto amore nella loro gioventù possano scrivere una storia d’amore sana, basata su rispetto empatia su tutto ciò che i loro genitori non hanno potuto o voluto avere».
Da un punto di vista strettamente drammaturgico come ha operato la sintesi? «Esattamente in questo modo, Cathy e Hareton che, rientrandovi nella casa che sta cadendo a pezzi, sono costretti a incontrare il loro passato e da lì è come se la casa facesse comparire davanti a loro i fantasmi del passato».
Perché portare in scena una storia di questo tipo, quali riverberi nel contemporaneo questa storia mette in luce o voi mettete in luce? «Da questa domanda parte tutta la rilessione che ha accompagnato la fase di scrittura e il motivo è molto semplice, perché io ho riletto Cime Tempestose da adulta. E mi sono accorta che grazie agli strumenti di critica contemporanea ero in grado di interpretare nuovamente un romanzo che aveva sconvolto la mia adolescenza.
E il mio sguardo era radicalmente cambiato perché all’epoca la storia tra Catherine e Heathcliff mi sembrava una storia d’amore desiderabile, che poi era l’approccio con cui soprattutto le giovani donne avevano con il romanzo Mentre invece oggi quella storia racconta molto soprattutto del fraintendimento tra il femminile il maschile, la natura e la società».
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