Udine, Andrea Jonasson ritorna al teatro con “Spettri” di Ibsen

Sarà in scena al Teatro Nuovo da martedì 28 febbraio a giovedì 2 marzo
Mario Brandolin

Sono molti i motivi di interesse che racchiude la versione di “Spettri” , uno dei testi più celebri del norvegese Henrik Ibsen del 1881 in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine da martedì 28 febbraio a giovedì 2 marzo.

Sicuramente la presenza di Andrea Jonasson, la grande attrice austriaca che nelle vesti della protagonista la Signora Alving ritorna al teatro italiano dopo anni di assenza.

Poi la regia, firmata Rimas Tuminas – lituano come Eimuntas Nekrošius, con il quale ha condiviso il rinnovamento della cultura teatrale nazionale e internazionale – e ancora l’adattamento di Fausto Paravidino che ha operato una decisa riduzione del testo puntando al cuore di questo che è dramma esemplare di come dietro all’ipocrisia e al perbenismo di facciata della morale borghese fioriscano fantasmi, gli Spettri del titolo, pronti a trascinare nel dolore e nel rimpianto chi li affronta a viso aperto.

Cosa che, una volta sollevato il velo che aveva per anni nascosto la vera natura del defunto marito e padre, il Capitano Alving – un libertino dissoluto, è poi quello che accade alla signora Alving costretta ad ammettere a se stessa di aver sacrificato invano la sua vita pur di salvaguardare l’apparente integrità della famiglia e al figlio Osvald, precipitato nella follia causa la sifilide ereditata dal padre e l’aver scoperto che la giovane cameriera Regine di cui è innamorato altri non è che una sua sorellastra.

«È la valanga di menzogne – racconta Andrea Jonasson – taciute per anni che alla fine travolge i personaggi di questo dramma di Ibsen. Menzogne che diventano col tempo spettri, con i quali si è chiamati inesorabilmente a fare i conti».

E quando le chiedo il perché di una così drastica riduzione del testo originale, che ha sacrificato elementi importanti come la storia dell’incendio che ha bruciato l’asilo che doveva essere intestato al defunto al signor Alving trasformato in un benefattore o le scene in cui si manifesta l’amore tra i due giovani fratelli inconsapevoli di esserlo, Jonasson spiega che «è stato il regista a voler contenere lo spettacolo in un atto unico di un’ora e mezza, proprio per sottolineare come il motore del dramma venga dalla protagonista, vittima e carnefice al tempo stesso di una situazione improntata alla menzogna e al suo nascondimento.

A ribadire il fatto di come nel nome di una moralità malata del cosiddetto buon senso comune, si è disposti, anche oggi nel nostro mondo, a rinunciare alla verità anche se scomoda».

Quanto all’attualità del testo, Jonasson precisa che «rispetto a certe urgenze dell’oggi, ad esempio la guerra, il degrado ambientale e così via, il dramma di Ibsen può apparire lontano, ma se lo si legge nel suo valore più profondo, ossia la denuncia di quanto la rinuncia alla verità possa sminuire e falsificare il valore e la grandezza dell’essere umano, ecco che il dramma acquista un peso e una risonanza diversi e più vicini alle contraddizioni del nostro tempo».

Impossibile non chiedere a Andrea Jonasson quanto manca a lei come attrice e al teatro italiano Giorgio Strehler che ha fatto conoscere in Italia, con spettacoli memorabili, il talento di questa autentica signora della scena europea.

«Tantissimo! – risponde senza esitazioni – Manca il suo genio, la sua fantasia, ma soprattutto la sua straordinaria capacità di trasformare in un’opera d’arte comprensibile a tutti anche il testo teatrale più complesso e difficile, per un teatro umano.».

Accanto a Andrea Jonasson, gli attori Gianluca Merolli, il figlio Osvald, Fabio Sartor il pastore Manders all’amore del quale Helene Alving ha rinunciato per non venir meno ai doveri di moglie e madre, Giancarlo Previati il faccendiere Engstrand che grazie ai silenzi di Helene e Manders costruirà un’equivoca Casa del marinaio,cui precipiterà Regine, interpretata da Eleonora Panizzo.

Mercoledì 1° marzo, alle 17.30, Andrea Jonasson e la Compagnia dello spettacolo incontrano il pubblico a Casa Teatro. —

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