Tra pittura e cinema un omaggio all’arte di Giuseppe Zigaina

Venerdì 23 febbraio a Casa Cavazzini si terrà un’intensa giornata di studi. Sarà analizzata la produzione di uno dei grandi del Novecento

UDINE. C’è il Giuseppe Zigaina pittore, l’incisore e l’attore amico di Pasolini. Un artista e intellettuale poliedrico che ha fatto della ricerca creativa il suo punto di forza. Curioso indagatore dei diversi campi espressivi, non si è mai lasciato assoggettare da schemi, facendosi invece guidare dalla sua visione personale che lo ha portato a diventare uno dei principali esponenti friulani del neorealismo.

E la caleidoscopica produzione dell’artista di Cervignano domani sarà messa sotto la lente da storici e critici d’arte nel corso di una giornata di studi a Casa Cavazzini.

Un focus – aperto a tutti e intitolato “Si inizia sempre così” – voluto per omaggiare le molte facce di Zigaina e contribuire agli studi sulla sua complessa figura di intellettuale. A promuoverlo, dalle 9.30 alle 18, sono il Comune, Casa Cavazzini-Museo di arte moderna e contemporanea, l’Accademia udinese di Scienze, lettere e arti e l’Ordine degli architetti.

L’attenzione sarà posta, in particolare, sui diversi linguaggi del suo operato artistico, in rapporto alla letteratura, alla poesia, al cinema, alla contestualizzazione storico-artistica e alla persistente attualità delle sue creazioni. A riflettere a 360 gradi sulla figura di un grande protagonista del Novecento friulano saranno Francesca Agostinelli, Giuseppe Bergamini, Cesare De Michelis, Alberto Franchini, Alberto Lolli, Chiara Perin, Marco Vallora e Vanja Strukelj.

«L’idea – spiega la curatrice di Casa Cavazzini Vania Gransinigh – è quella di fissare un’immagine di Zigaina che restituisca la sua poliedricità come artista e intellettuale. Era una persona con idee precise sull’arte figurativa del suo tempo – chiarisce Gransinigh, che modererà l’incontro –, con scelte radicali anche su se stesso, inserendosi nella corrente del neorealismo».

Tra le principali opere del pittore custodite a Casa Cavazzini, vi è l’“Assemblea di braccianti sul Cormôr”: sciopero a rovescio del luglio 1950, che raffigura la realtà della povera gente. Un dipinto monumentale (250x316 centimetri), presentato nel 1952 alla Biennale e ritenuto da Zigaina il proprio capolavoro.

«L’artista non lo ha voluto vendere a collezionisti privati, preferendo invece affidarlo alla Galleria d’Arte moderna perché restasse patrimonio del Friuli» sottolinea Bergamini, presidente della Triennale europea dell’incisione fondata dallo stesso Zigaina. «È stato un gigante dell’arte friulana – sottolinea Bergamini – e ha avuto il merito di rimanere nel suo territorio e non cercare facile gloria altrove. L’arte contemporanea ha tratto spunto dalla sua».

Del sodalizio cinematografico tra Zigaina e Pasolini si soffermerà la critica Francesca Agostinelli, che negli ultimi mesi di vita del pittore friulano ha raccolto parte delle sue memorie. Il riferimento è al periodo che va dal 1968 al 75 ed è testimone «di un grande sodalizio umano e intellettuale tra i due protagonisti del Novecento». Si parte da Teorema, film che ha visto impegnato Zigaina nel ruolo di consulente per le tecniche pittoriche. È stato poi lo stesso artista a «far conoscere a Pasolini la laguna di Grado dove poi girerà Medea».

Nel Decameron Zigaina si è cimentato come attore, interpretando il ruolo del frate che confessa Ser Ciappelletto. «Dalla loro amicizia – indica ancora Agostinelli – nacque un progetto importante, la settimana del cinema a Grado, in polemica con il festival del cinema di Venezia. Era quello il periodo in cui sull’isola arrivarono registi e attori di un certo calibro». Senza dimenticare lo scatolone con la pellicola del film Salò che il pittore trovò nel giardino della sua abitazione all’indomani del funerale del regista e poeta di Casarsa.

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