«Tiramisù? Friulano o veneto basta sia buono» VOTA - FOTO - VIDEO

GEMONA. Se battaglia deve essere, speriamo almeno che non finisca a tiramisù in faccia perchè sarebbe un peccato buttare all’aria uno dei dolci più buoni del mondo. L’origine è veneta, come “certifica” anche Wikipedia, o il celebre dolce al cucchiaio ha origini carniche oppure addirittura goriziane e più precisamente “made” in Pieris?
Perchè l’enciclopedia del web non sempre ci azzecca e quindi in Carnia e in bisiacaria si pensa di avere argomenti sufficienti a contestare la versione del governatore del veneto, Luca Zaia, deciso a certificare una volta per tutti il tiramisù.
Del caso hanno finito per occuparsi i giornali nazionali ed europei, come quelli inglesi, il Daily Telegraph, persino l’autorevole Guardian precipitatisi ad ascoltare la versione del governatore veneto e naturalmente a difendere la loro di versioone del dolce al cucchiaio, quella con le fragole.
Chi avrà ragione? «Poco importa, l’importante è che il dolce abbia un’origine italiana e magari del Nord-Est. E soprattutto che sia buono. Perchè il tiramisù ha pochi segreti, basta saperlo fare bene». Parola di Stella Mantovani, cuoca all’”Osteria con cucina” di Gemona, locale conosciuto da anni in tutto il Friuli (e non) soprattutto per il tiramisù “di famiglia”.
Non è un’esagerazione, da oltre trent’anni a Gemona, prima nel prefabbricato post-terremoto poi a Ospedaletto, una tappa per il tiramisù dei Mantovani è sempre d’obbligo. «Mia mamma Maria Teresa iniziò nel 1978 arricchendo una ricetta della sorella, papà Mauro ci ha messo dell’altro, ma in realtà un buon tiramisù lo possono fare tutti. Non ci sono segreti, la differenza la fanno la dimestichezza con la lavorazione».
Insomma, dopo oltre trentamila dolci al cucchiaio preparati in questi anni, anche i muri da Mantovani sanno che i savoiardi non vanno affogati nel caffè amaro, ma solo imbevuti e che il dolce deve essere lasciato riposare almeno due ore in frigo.
«Ora nel nostro bancone ci devono essere almeno una decina di dolci sennò il cliente si lamenta. Siamo figli dell’abbondanza». dice la cuoca. Ma il tiramisù è sempre il tiramisù. Veneto, friulano, “bisiaco” poco importa.
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