Cronache dal Medioevo: i capitani di ventura nel Friuli Occidentale
La presentazione del volume a cura di Pier Carlo Begotti e Luca Gianni il 13 giugno alle 20.30. Nel territorio la redazione di cronache iniziò nella seconda metà del Duecento

L’Accademia San Marco di Pordenone, grazie a un nutrito gruppo di storici, pubblica annualmente corposi studi che allargano le conoscenze di carattere storico, artistico, letterario, religioso, antropologico del territorio alla destra del Tagliamento.
L’ultimo volume indaga sulle “Cronache del Friuli occidentale” dal XIII al XVI secolo, a cura di Pier Carlo Begotti e Luca Gianni e verrà presentato a San Vito al Tagliamento 13 giugno alle 20.30, presso la sala consiliare del municipio.
Come scrive il presidente Paolo Goi nella prefazione del volume, le cronache muovono dall’ambito friulano (Pordenone, Spilimbergo, Fanna, Maniago, San Martino al Tagliamento, Porcia, San Vito) per spaziare al resto dell’Italia e del mondo europeo.
Predominanti sono le notizie politico-militari con crudeltà e mattanze fin dentro i luoghi di culto.
Le informazioni sugli scontri armati si integrano con le osservazioni sulla natura fisica dei luoghi e su quelle della quotidianità (onomastica, toponomastica, parentadi, esercizi artigianali, cibarie, costumi, eccetera) per cui scorrono con attrazione del lettore contemporaneo.
Pier Carlo Begotti nell’ampia introduzione alle ricerche fa innanzitutto notare che nel linguaggio comune solitamente si suole distinguere tra ‘cronaca’ e ‘storia’, intendendo la prima come semplice esposizione in ordine cronologico dei fatti senza alcuna riflessione su di essi mentre la seconda costituirebbe una valutazione di quei medesimi fatti, cercandone cause, effetti, contesti ambientali, sociali e politici. In realtà, il confine fra le due categorie è molto labile e lo si può constatare proprio a partire dalla produzione tra i secoli XII e XV, segnando il progressivo transito da una più o meno acritica e schematica segnalazione di fatti a una ponderata riflessione su quei fatti medesimi, vale a dire la moderna storiografia.
La stessa descrizione dei fatti non è mai fredda e neutrale, poiché già l’inclusione di alcuni episodi e l’esclusione di altri è una scelta e così pure gli aggettivi da applicare ai sostantivi.
La concezione della storia nel basso Medioevo, in cui fu creato il maggior numero di cronache, si sviluppò in un rapporto dinamico fra tempo lineare e ciclico, con misurazioni più precise.
In Friuli, la redazione di cronache iniziò nella seconda metà del Duecento con il lavoro del canonico Giuliano da Cavalicco a Cividale, città dei patriarchi.
L’arco temporale dei fatti che sono narrati e raccolti in questo volume va dal 1252 al 1591. Nella presentazione del 13 giugno i relatori esamineranno in particolare la cronaca di Giovanni da San Vito, curata da Luca Gianni.
Vissuto nella seconda metà del XV secolo e agli inizi del successivo, l’autore si sofferma in particolare sulle imprese di alcuni capitani di ventura dell’epoca e su come questi uomini furono in grado di condizionare la politica degli stati regionali italiani.
Se le annotazioni relative al panorama italiano tendono a sottolineare una certa instabilità politica e militare, il cronista descrive le guerre di Venezia come difensive e non aggressive e sottolinea la notevole arte diplomatica della Serenissima. Molto significative anche le annotazioni che riguardano le incursioni turche in Friuli verso la fine del Quattrocento.
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