“Smart Academy”, Contin insegna l’arte del mimo

PORDENONE. Si chiama Smart Academy il progetto educativo proposto dalla pordenonese Scuola Sperimentale dell'Attore: corsi di formazione propedeutici al mestiere e di approfondimento per chi nel mestiere c'è già. Due corsi di mimo, pensati all'interno della prospettiva chiamata Le basi fondamentali dell'attore: conclusosi ieri quello di avvicinamento, da oggi a giovedì quello di perfezionamento.
Docente: Claudia Contin, che dell'arte del corpo e delle sua capacità espressive ha fatto il centro del suo impegno performativo, arrivando a creare quell'Arlecchino al femminile che l'ha resa famosa in tutto al mondo. Il mimo, infatti, nella pratica e nella poetica di Claudia non è da confondersi con un genere – magari obsoleto – di teatro muto: il mimo – nell’accezione contemporanea che l'attrice pordenonese ha fatto propria – è invece un sistema pratico di analisi scientifica del corpo, del gesto e delle azioni fisiche. «L’alfabeto che viene “scoperto” nel corpo umano da questo sistema – precisa Ferruccio Merisi, direttore della Scuola Sperimentale dell’Attore – permette di smontare, e poi di ricostruire in modo artistico, il movimento espressivo (visibile o interiore che sia) per creare qualsiasi tipo di teatro, incluso quello definito “di parola”». «Un metodo analitico molto preciso – incalza la Contin – che ti fa essere come Ulisse, legato al palo mentre le sirene cantano, ti connette cioè con le forze profonde del caos emotivo, che starà poi a te, attore, ritrovare sotto forma di personaggio e agire sulla scena».
Questo sistema, atto a studiare il “pensiero del corpo”, fu creato nel secondo ’900 da Étienne Decroux e dal suo famoso allievo Jacques Lecoq. Due maestri che stanno alla base di tutte le rivoluzioni teatrali contemporanee, in linea diretta (Lecoq lavorò per esempio con Giorgio Strehler e Dario Fo), o indiretta (Grotowski, Barba, Wilson e molti altri lavorarono con loro importanti allievi). Un codice, detto anche Modern Mime, che la stessa Claudia ha appreso lavorando con i maestri della scuola Decroux-Lecoq. Nella sua rielaborazione tecnica l’attrice ha saputo conciliare la vocazione “astratta” di Decroux con la vocazione “popolare” di Lecoq, ricavandone quella straordinaria presenza scenica che l’ha resa famosa, e che proprio con la Smart Academy intende cominciare a trasmettere ad allievi volonterosi, non necessariamente già esperti.
Per il prossimo weekend invece, dal 17 al 19 gennaio, è in programma la seconda tappa di Atelier Costruzione Maschere, un percorso di laboratori artigianali su tecniche artistiche complementari e indipendenti. Da venerdì si tratta il tema Calco in gesso del volto, un’esperienza significativa sia per gli artisti figurativi sia per gli attori sia per gli spettatori curiosi. Conduce Lucia Zaghet, con la supervisione di Claudia Contin.
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