Silvia Poli, amore e inquietudine ai tempi del ’68

SPILIMBERGO. Il 1968 è stato un periodo storico assolutamente originale nella storia nazionale perché dopo la ventata della rinascita post-guerra ha segnato una cesura: l’avvento della contestazione...

SPILIMBERGO. Il 1968 è stato un periodo storico assolutamente originale nella storia nazionale perché dopo la ventata della rinascita post-guerra ha segnato una cesura: l’avvento della contestazione giovanile, che ha trovato proprio nelle università il luogo dove far fomentare la rivoluzione sociale, musicale, dei costumi in un’Italia che sembrava appiattita. Proprio il romanzo di Silvia Poli di Spilimbergo “Tentiamo di vivere” edito per la Campanotto Editore racconta questa epopea tra Padova e il Friuli rurale. La vicenda è quella di Fabrizio, uno studente, e di Cecilia, una quarantenne tornata agli studi universitari che decise di interrompere una ventina di anni prima in occasione delle nozze.

Silvia Poli di Spilimbergo non è nuova alla letteratura, avendo già edito sette anni fa, sempre per Campanotto, il romanzo storico “Il tempo oscuro della vendetta”.

Il romanzo ruota attorno a un gruppo di studenti universitari di Padova, animati dalla contestazione dell’epoca, ma al tempo stesso coinvolti in vicende amorose che li assorbono, la principale delle quali tra il giovane studente Kaiser, altoatesino, iscritto a ingegneria, ideologo di una società senza ingiustizie. Cecilia si perde vuoi nelle sue orazioni, vuoi nella bellezza dell’altoatesino. E’ un amore passionale ma impossibile, dato che Cecilia è sposata e madre, e proseguirà fino a un finale che lascia l’amaro in bocca segno di un epoca, quella del Sessantotto, che finisce nella tragedia degli anni Settanta. Un amore impossibile che, come scrive nella prefazione Massimo Riccetti, “si è rivelato una grande illusione e nulla può placare l’inquietudine che aveva spinto Cecilia alla ricerca della felicità”. Una felicità senza ombre, così come la società senza ingiustizia ambita da Kaiser. (s.p.)



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