“Santana IV” si fa sentire la band è quella di Woodstock

«Spero e mi auguro che questo sia il giorno più bello della mia vita. Aspiro a qualcosa di più del solo desiderio di sperimentare. Io sono libero, poiché sono ancora come Dio mi ha creato. Carlos».
Mentre il mondo della musica viene troppo spesso costellato da grandi scomparse (ultima delle quali il suicidio di Keith Emerson) è bello trovare ancora dell'ottimismo e avvertire del sano entusiasmo anche in gente “navigata” da decenni di notorietà. Proprio con questa dichiarazione Carlos Santana ieri ha potuto brindare a un lieto evento: l'uscita ufficiale del suo nuovo disco, Santana IV, praticamente con la stessa band di Woodstock, per quello che potremmo definire il quarto atto di una fortunata serie che nel 1971 sospendeva la numerazione con Santana III, un disco di visionaria freschezza, carico di avventurosa energia psycho-blues-latin-rock.
Il chitarrista messicano diventò una star mondiale alle 14 di sabato 16 agosto 1969, salendo sotto un sole cocente sul palco americano di Woodstock, grazie a Bill Graham che convinse i promotori del festival ad acconsentire a Santana - ancor prima dell'uscita di un vero album - di entrare nel mondo musicale che conta. Il successo del brano strumentale Soul Sacrifice (undici minuti) consacrò la popolarità del gruppo. Carlos allora aveva solo 22 anni.
Il ritorno in attività della band che ha accompagnato l'asso delle sei corde messicano tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta (nella sua formazione classica) viene così suggellato dal nuovo album di inediti realizzato in studio da Carlos con il contributo dei suoi storici collaboratori Gregg Rolie, Neal Schon, Michael Carabello e Michael Shrieve. Oggi come al tempo le immagini grafiche (il felino sulla copertina), ora come allora alcuni dei musicisti più significativi, come l'amico percussionista Carlos Malone. Il disco è composto da sedici brani e richiama in tutto e per tutto le origini del leggendario ensemble di Abraxas.
Anywhere You Want to Go è il primo singolo. Nell'album spiccano anche due brani scritti da Ronald Isley degli Isley Brothers: Love Makes the World Go Round e Freedom in Your Mind. Santana, in merito alla lavorazione del disco, ha dichiarato: «È stato qualcosa di magico. Non abbiamo cercato di forzare il feeling. Avevamo bisogno di tornare con un giusto mix di canzoni e jam, in modo che la gente potesse identificare subito questo suono come “Santana”. Quando riesci a tornare indietro nel tempo e contemporaneamente a intraprendere con gioia e determinazione nuovi territori, allora forse hai ottenuto quello che volevi. Questa musica stava urlando dalla voglia di uscire fuori. E tutto questo non ha nulla a che fare con la nostalgia: ha invece a che fare con la passione».
Il 13 luglio, al parco della Lesa di Cividale, si terrà il primo dei quattro concerti italiani (prevendite aperte su www.azalea.it). Le altre date saranno: il 19 al Parco della Musica di Roma, il 20 a Cattolica e il 21 alla Summer Arena di Assago.
In scaletta, ovviamente, il repertorio dei precedenti dischi e i sedici brani dell'ultimo.
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