Ritorna a palazzo il ritratto del cardinale Francesco Mantica

Filologica: giovedì la presentazione della tela restaurata Fu illustre giurista, tra i papabili nel conclave del 1605

UDINE. Palazzo Mantica, sede della Società Filologica Friulana, darà il bentornato, giovedì, al ritratto del cardinale Francesco Mantica, pregevole dipinto seicentesco restaurato dal laboratorio udinese della Soprintendenza artistica del Friuli Venezia Giulia. Alla presentazione, fissata per le 17 nel salone d’onore, interverranno – dopo il saluto del presidente della Filologica, Federico Vicario, e del soprintendente Luca Caburlotto –, Andrea Tilatti, con una relazione sulla vita del Mantica, Paolo Pastres, per la storia del ritratto, e Morena D’Aronco, che ha curato il restauro del dipinto per conto della Soprintendenza.

Francesco Mantica nacque Venzone nel 1534. Cresciuto sotto la tutela dello zio giurista, studiò all’Università di Padova, diventando dottore in diritto civile e in diritto canonico. Rimase a insegnare in quell’ateneo fino al 1586, quando passò Rota Romana come uditore. Si occupò in particolare dei rapporti tra Santa Sede e Serenissima Repubblica di Venezia, inclusa una lunga discussione sulla giurisdizione di Ceneda. Dal 1596 fu cardinale presbitero del titolo di Santa Maria del Popolo. Le fonti dell’epoca fanno notare come il Mantica avesse un profilo morale austero, soprattutto se paragonato a quello degli altri cardinali. Nel conclave del 1605 il suo nome viene addirittura inserito tra i papabili: verrà invece eletto il cardinal Camillo Borghese con il nome di Paolo V, che però non affiderà alcun incarico politico al Mantica. Morì nel 1614 e venne sepolto proprio nella chiesa di Santa Maria del Popolo, sull’omonima piazza, dove ancora oggi un cenotafio ricorda la figura dell’illustre giurista friulano.

Francesco era fratello di Pietro Mantica, proprietario dal 1560 del palazzo a cui avrebbe, dopo averlo rinnovato, dato il proprio nome, palazzo che è oggi sede della Società Filologica Friulana e di altre prestigiose associazioni udinesi. Giovedì, quindi, il cardinale riprenderà il suo posto a palazzo. L’autore del ritratto, che potremmo comunque collocare nell’ambito di Fulvio Griffoni, con lo stile del quale ha molti punti in comune, è ancora sconosciuto, così come l’anno preciso in cui fu dipinto: si è però certi che risalga alla prima metà del Seicento.

Il restauro ha portato alla rimozione dei precedenti interventi, che avevano ridotto la qualità dell’immagine, rendendola scura e ossidata. Si è dunque intervenuti dove ritenuto più opportuno dopo aver eseguito una serie di analisi: fluorescenza ai raggi ultravioletti, spettroscopia ai raggi infrarossi, osservazioni al microscopio elettronico e radiografia ai raggi X. Tali esami hanno consentito di identificare alcuni problemi: ci si è per esempio accorti che la tela era stata restaurata e stuccata a più riprese, man mano che si deteriorava, con stucchi diversi ciò ha inevitabilmente condotto a una stratificazione. Dopo aver rimosso gli stucchi precedenti, si è quindi provveduto a uniformare il dipinto con materiali che garantiscano una migliore conservazione e a ridipingere la tela dove risultava mancante la pittura, andando pian piano a ricomporre l’immagine. Anche la cornice ha subito interventi, meno radicali di quelli operati sulla tela: si è trattato principalmente di ripulirla dalla polvere accumulatasi negli anni e di sostituire qualche pezzo staccatosi dall’intelaiatura posteriore.

Guglielmo De Monte

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