Riondino e Charlie: è stato un atto di guerra criminale e codardo

Il comico oggi a Udine per la giornata mondiale della satira «Si deve sempre gridare “Il re è nudo”. Come Staino e Altan»
Di Fabiana Dallavalle

UDINE. Nella giornata oggi dedicata alla satira e al suo linguaggio due sono gli appuntamenti da non perdere entrambi organizzati dalle università di Udine, di Trieste e dal Comune di Udine, in collaborazione con Css Teatro stabile di innovazione. Si comincia all’Ateneo friulano, dalle 10 alle 17, nella sala Gusmani di palazzo Antonini (via Petracco 8). Grazie al convegno “Il lessico della satira politica dall’Antichità a Charlie Hebdo” si rifletterà con studiosi ed esperti attorno all’analisi storica e linguistica della satira come forma di comunicazione della, e spesso contro, la politica. Ma si parlerà anche di cosa rende la satira scomoda al potere, del suo rapporto con la comunicazione e di come, nel tempo, è cambiato il suo linguaggio. L'incontro, aperto a tutti, è promosso dal dottorato interateneo Udine-Trieste in Storia delle società delle istituzioni e del pensiero. Dal Medioevo all'Età contemporanea.

Alle 18 si proseguirà al teatro San Giorgio di Udine (via Quintino Sella, 5) con la lezione-spettacolo dell’attore e autore David Riondino protagonista di “Morire dal ridere. Antologia ragionata di brani satirici dal Roman de Fauvel a Wolin”. Con l’accompagnamento alla tromba di Mirio Cosottini, l’artista toscano proporrà la sua particolare antologia di satira. Spazierà dalla quella trecentesca contro i potenti dell’epoca fino alla penna dissacrante di Georges Wolinski, fra piú famosi disegnatori degli ultimi decenni, ucciso il 7 gennaio scorso in un attacco terroristico alla sede del giornale satirico francese Charlie Hebdo.

Questo pomeriggio in teatro, con quali brani ha scelto di celebrare la giornata della satira?

Alcuni letture sono da Fauvel, autore del trecento che racconta di un asino che diventa re, poi Cervantes, in una riscrittura di metà dell'Ottocento e infine alcune riflessioni personali su quanto ho intercettato in questi ultimi mesi.

Dopo i fatti tragici di gennaio a Parigi con l’uccisione dei giornalisti di un giornale satirico massacrati in redazione, secondo lei bisogna cambiare le regole?

Charlie Hebdo è un giornale che si autodefinisce nella sua missione sgradevole, aggressivo, provocatorio. Nella satira non ci sono regole. E questo penso sia fondamentale. L’unica cosa da fare, come diceva Sergio Staino, «se ci si sente offesi è ricorrere al codice penale». Quanto accaduto in Francia, però,non va confuso. È un atto di guerra, imbecille, criminale e codardo di arabi francesi contro persone che non si potevano difendere. Come nel caso dell’Isis che distrugge le statue degli Assiri. Chiaro che quella guerra, quella contro gli Assiri, la vincono loro.

La satira allora cos’è?

È l’elemento di riduzione che puntualizza punti di vista. Una forma crudele e realistica che abbassa la superbia attingendo a forme letterarie. Quello che ci fa dire “il re è nudo”, e fa cadere tutti gli orpelli. Poi la satira può essere buona o cattiva. Ma è attraverso la satira che riesci a far capire il significato opposto alla banalità, all’ovvio, all’ipocrisia.

In Italia quali sono gli autori e i comici che fanno ancora veramente satira?

Ultimamente in televisione c’è molto poco. Nessuno vuole aprire le porte alla satira. L’apparato è diffidente. Lillo e Greg, in radio fanno satira di costume. Resistono Sabina Guzzanti, Staino, Altan. Ma sono antichi combattenti. Non vedo “giovanotti”. Sul web c’è “Spinoza” un blog satirico collettivo. I contenuti vengono creati da una comunità che produce battute e testi satirici sul forum seguendo notizie di attualità. Successivamente, uno staff di volontari seleziona il materiale. Un segno dei tempi. E tra i giornali resiste, a suo modo il Vernacoliere.

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