Rifo: “Ballo e Bullo” porta sul palco il disagio dei giovani

Li chiamiamo “bulli”, ma è un’etichetta inventata dagli adulti. Ma cosa sta succedendo realmente ai nostri adolescenti? Il Rifo dà una sua lettura
Torviscosa, 14/04/2005 - Prove di "Uscita d'emergenza" - Teatrino del Rifo - Giorgio Monte e Manuel Buttus - Foto Luca d'Agostino\Phocus Agency © 2005
Torviscosa, 14/04/2005 - Prove di "Uscita d'emergenza" - Teatrino del Rifo - Giorgio Monte e Manuel Buttus - Foto Luca d'Agostino\Phocus Agency © 2005

Li chiamiamo “bulli”, ma è un’etichetta inventata dagli adulti. Ma cosa sta succedendo realmente ai nostri adolescenti, e perché sempre più spesso si sentono a loro agio nei panni del bullo, del prepotente, della persona scorretta? Perché il loro sistema nervoso è “infuocato”, scattano per un nonnulla, litigano senza motivi apparenti, non sanno accettare le limitazioni degli adulti?

Il teatro non può certo risolvere questi comportamenti espressione di disagi diffusi, ma certo può essere uno strumento di comprensione e di dialogo, proprio con i ragazzi. Sarà per questa ragione che Ballo e Bullo nel Paese degli Allocchi è uno degli spettacoli più richiesti del teatrino del Rifo, uno dei più visti degli ultimi anni scolastici nell’ambito della stagione del TIG Teatro per le nuove generazioni ideata e promossa nelle scuole di Udine e provincia e nella Bassa friulana dal Css Udine. Venti repliche solo dall’inizio del 2014 e le prossime sono già in programma il 6 marzo per le scuole medie di Lignano Sabbiadoro.

Ballo e Bullo sono due adolescenti caduti in un buco di trincea e costretti a combattere contro un nemico non ben identificato, simbolo dell’incertezza e della competitività. Assieme allo spettacolo sul bullismo, la compagnia capitanata da Giorgio Monte e Manuel Buttus entra in questi mesi nelle scuole anche con gli altri due spettacoli della loro Trilogia della comunicazione, Soldatini pieni di piombo e No, non sono Stato io. Il primo affronta l’orrore della guerra raccontandone uno dei suoi aspetti più inquietanti, il coinvolgimento di minori come bambini-soldato.

Più di 300.000 ogni anno. Perché questo tema possa coinvolgere ragazzi che certo non vivono in prima persona questa questione, lo spettacolo è ambientato in un moderno studio televisivo, durante un paradigmatico talk show sulle guerre. No, non sono Stato io vuole raccontare la Costituzione italiana ai ragazzi. Per il Rifo la Costituzione è un po’ come un libretto di istruzioni sulle relazioni e ciò che desidera trasmettere durante lo spettacolo è che, se la si legge con attenzione, la legge fondamentale dello Stato Italiano ci accompagna davvero in ogni momento della nostra giornata.

Il repertorio del teatrino del Rifo per le scuole - che in tre mesi dall’inizio dell’anno ha raggiunto già le 60 repliche in matinée - si completa infine con due spettacoli legati ai programmi scolastici e ad autori materia di studio alle medie e superiori: dall’incontro con il poeta Pierluigi Cappello, il teatrino del Rifo ha ideato un avvincente reading sulla Divina Commedia, D’Ante Litteram, che coinvolge i suoi attori come voci dantesche per la lettura poetica di tre dei canti dell’Inferno fra i più noti e frequentati a scuola, accompagnati dai commenti critici del poeta vincitore del Premio Viareggio per la poesia.

L’Odissea secondo Tonino Guerra è una favolosa riscrittura del poeta, scrittore, sceneggiatore di Fellini, Antonioni, Tarkovski. Il teatrino del Rifo si avventura fra le pagine riscritte dall’“Omero della terra di Romagna”, pagine piene di poetica concretezza e di trovate fantastiche. Per info: www.cssudine.it, tel. 0432.504765.

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