Riccarda de Eccher realizza un quadro per il rifugio Pellarini



Accadono cose belle tra le nostre montagne, in questi tempi incerti e sospesi. Come è capitato nel cuore delle Alpi Giulie che la scorsa domenica 1 novembre sono state mute testimoni di una consegna anomala lungo il sentiero che conduce al Rifugio Pellarini. Che il rifugio a millecinquecento metri di quota sia aperto in novembre è di per sé una anomalia, dato che è un mese in cui i rifugi alpini sono già in letargo da settimane. Ma il 29 ottobre il gestore, Giorgio Da Rin, aveva annunciato a sorpresa che, in via eccezionale, avrebbe riaperto i battenti e acceso la stufa in tutti i weekend di novembre, considerato il tempo mite e stabile.

Una scelta coraggiosa anche per i risvolti pratici legati alla gestione, non semplice, di una struttura in quota – una struttura peraltro plastic free. A intercettare, tra gli altri, il messaggio di Da Rin, che ha portato in rifugio nell’ultimo weekend avventori come in pieno agosto, anche Riccarda de Eccher, la pittrice udinese apprezzata autrice di acquerelli dedicati alle Dolomiti. La de Eccher risiede normalmente oltreoceano, a Long Island ma «visti i tempi incerti – riferisce– e la situazione negli Usa, io e mio marito abbiamo deciso di fermarci in Friuli Venezia Giulia per camminare tra le Carniche e le Giulie. Me ne sono innamorata: se non fosse stato per il Covid non le avrei forse mai scoperte».

Una conoscenza non solo escursionistica ma, nel caso della pittrice, che ha un passato di tutto rispetto anche come rocciatrice, espressamente mirata alla rappresentazione di scorci, volumi e profili dei nostri rilievi più suggestivi. È capitato dunque che la de Eccher si fermasse sulla terrazza del rifugio a disegnare le forme del Grande Nabois e che Da Rin si avvicinasse chiedendole se fosse per caso la famosa de Eccher: “Sì – gli ha risposto la pittrice – peccato per quell’albero che disturba l’inquadratura». “Devo tagliarlo da un pezzo – le ha risposto il gestore – ha sofferto la vicinanza dei fumi del generatore e si è ammalato. Se ritorna, lo farò”. Qualche giorno dopo la de Eccher ha scoperto che il gestore aveva mantenuto la promessa, ha completerò l’acquerello, lo ha incorniciato e glielo ha portato in dono, someggiandolo su per il sentiero fino al rifugio. —

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